Dare un lavoro a tutti

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INDICE GENERALE (tutti i testi del Vademecum)

PER CRITICARE (per chi ritiene il Progetto non attuabile)

PER COLLABORARE (per chi vuol far parte del Comitato Scientifico)

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PARTE PRIMA

 Introduzione
Per sapere, leggendo solo poche pagine, a cosa serve il Vademecum

1.      Cosa fare per dar lavoro a tutti

2.      In cosa consiste, in estrema sintesi, il Progetto

3.      Perché questo Vademecum, gratuito, nasce dall’amarezza

4.      Perché ciò che propone è illustrato con la forma del Testo di Legge

5.      Struttura del Vademecum: come usarlo e navigare al suo interno

  

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Cosa fare per dar lavoro a tutti

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Gli economisti che si occupano di politica economica e, quindi, di lavoro possono distinguersi in linea di massima in due scuole: neoliberisti e keynesiani.

I neoliberisti, affermano che solo lasciando completamente liberi i mercati e la finanza, l’economia funziona e, automaticamente, si crea lavoro.

I keynesiani, invece, sostengono che la libertà senza controlli concessa alla finanza danneggia l’economia e che lo Stato deve spendere per creare lavoro.

Nell’Unione Europea, al momento, prevale la cultura neoliberista sancita dai Trattati e si vieta agli Stati di spendere per creare direttamente posti di lavoro.

Allora, cosa si può fare per creare lavoro?

Si possono modificare i Trattati?

Si potrebbe, ma non sembra che ci siano i presupposti per farlo.

La modifica, inoltre, richiede tempi lunghi e forza contrattuale che l’Italia, oggi, sembra non avere.

E poiché chi non ha lavoro non può aspettare
(e sperare) che vengano modificati i Trattati,

occorre attivare strumenti che creino lavoro, subito, senza violare i Trattati e senza attendere la loro modifica.

 

e proprio questo è lo scopo del Progetto qui contenuto

Il Progetto qui illustrato consente:

·         di dar lavoro a 4 milioni di persone (e, se necessario, persino a 8 milioni)

·         di contrastare il dominio della finanza e proteggere il Debito Pubblico

e, inoltre,

·         di ridurre le imposte

·         di dare sicurezza, fisica ed economica, ai cittadini

·         di rilanciare tutto il lavoro: dipendente, autonomo, delle imprese

·         di organizzarsi per convincere – o costringere – la politica a far tutto ciò.

Senza violare i Trattati e senza chieder soldi ai cittadini.

 

 

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In cosa consiste, in estrema sintesi, il Progetto

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La primissima domanda: ci sono i soldi per realizzare il Progetto?

Certo.

Se non c’è una copertura finanziaria, si fanno solo inutili chiacchiere.

E nessuno ha tempo da perdere: né voi che leggete né noi che scriviamo.

Il nostro Progetto, peraltro, contiene un’importante innovazione rispetto ad altri Progetti: trova i soldi senza tagli alla spesa, senza chiederli ai cittadini e senza aumentare il Debito Pubblico.

 

La seconda domanda. Potete illustrarci, in sintesi, il vostro Progetto?

Certamente, possiamo riassumervi i punti salienti del nostro Progetto qui di seguito:

Il lavoro per chi non ce l’ha.

Il Progetto prevede la creazione di un’Azienda dei Cittadini, che indichiamo con l’acronimo: ADECI. L’Azienda sarà di proprietà dei cittadini che ne eleggeranno gli amministratori. Tutti coloro che desiderano lavorare saranno assunti dall’ADECI, che darà loro un Lavoro Minimo Garantito per 4 ore al giorno corrispondendo un compenso di 700 euro mensili e provvederà, se necessario, a riqualificarli.

Nelle mezze giornate libere i lavoratori potranno decidere se fare un altro lavoro, studiare, avviare un’impresa, dedicarsi alla famiglia, ecc.

L’Azienda dei Cittadini sarà quindi un Paracadute per chi perde il lavoro e un Trampolino di lancio per chi ha capacità ma non ha soldi a disposizione.

 

La riduzione delle imposte.

Il Progetto prevede l’eliminazione dell’imposta patrimoniale su tutti gli immobili – quindi, non solo sulla prima casa – non per favorire i “ricchi”, ma per creare ulteriore lavoro.

 

Il rilancio del lavoro autonomo e delle imprese.

Il Progetto consente di dar lavoro e trovare clienti ai professionisti, agli artigiani e alle imprese.

 

La messa in sicurezza del Debito Pubblico.

Il Progetto consente di evitare che la finanza dia ordini ai governi speculando sul Debito Pubblico.

 

Altri benefici.

Il Progetto arreca ulteriori benefici per tutti i cittadini (in tema di pensioni, sicurezza, investimenti, ecc.). Li elencheremo puntualmente.

 

Organizzarsi per convincere – o costringere – la politica a far tutto ciò.

Il Progetto spiega come organizzarsi per far sì che le forze politiche si occupino sempre più dei diritti di chi vive di lavoro (dipendente e autonomo) e offre gli strumenti affinché ciò avvenga.

 

La terza domanda. Si può convincere la politica ad approvare il Progetto?

Sì, si può, a una condizione: dovete unirvi e agire. In questo Vademecum vi suggeriremo come fare organizzando i Gruppi di Sostegno al Lavoro Minimo Garantito.

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Perché questo Vademecum, gratuito, nasce dall’amarezza

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Chi e perché ha scritto questo Vademecum?

Questo Vademecum è frutto di un lavoro posto in essere per solidarietà.

La decisione di scriverlo nasce dall’amarezza e dal dolore che alcuni di noi autori abbiamo provato leggendo gli annunci on line di chi cerca lavoro. Molti di questi annunci esprimevano una disperazione che toccava il cuore e imponeva alla nostra coscienza di far qualcosa.

Ci siamo, quindi, chiesti: è possibile attuare un Progetto che dia un lavoro a tutti? La risposta è stata sì. Se si vuole, si può. Nessuna legge lo vieta e i soldi sono lì: basta prenderli.

 

Avete intenzione di mettervi in mostra o di dar vita a un movimento politico?

Assolutamente no. Il compito degli autori finisce qui. Nessuno degli autori ha ambizioni di visibilità o di qualsiasi altro tipo; ne è prova anche il fatto che il Vademecum è disponibile gratuitamente on line e pubblicato senza nomi, con la sigla AA.VV. (Autori Vari).

Nessuno degli autori, inoltre, intende organizzare movimenti politici o far propaganda elettorale per questo o quel partito. Gli autori non intendono sostenere una singola forza politica, ma hanno un unico obiettivo: creare lavoro.

 

E allora, chi deve agire per realizzare il Progetto?

·     I disoccupati, che cercano inutilmente lavoro.

·     I giovani, che il Papa ha esortato a «fare casino»(1).

·     I genitori e i nonni, in ansia per il futuro dei figli e dei nipoti.

·     Tutti i cittadini elencati in dodici gruppi, nella squadra A, nella Riunione n. 2

 

Come si può agire per realizzare il Progetto?

Nel Vademecum illustriamo uno strumento che consente di convincere (o costringere) la politica ad attuare un Progetto che dia un lavoro a tutti (il nostro, o qualsiasi altro Progetto con gli stessi scopi).

Noi possiamo darvi gli strumenti e potremo darvi supporto culturale per superare le obiezioni che potrebbero farvi. Spetta però a voi agire.

Ma, se restate fermi senza far nulla,non dovrete poi lamentarvi.

 

 

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Perché ciò che propone è illustrato con la forma del Testo di Legge

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Perché, per illustrare le vostre proposte, utilizzate la forma della bozza di Testo di Legge e non di un programma?

Perché riteniamo che la soluzione di un problema, per avere credibilità, non debba limitarsi a esporre idee in un semplice programma, ma deve contenere norme giuridiche “pronte all’uso”. E, soprattutto, deve indicare la relativa copertura finanziaria.

 

I programmi, infatti, hanno alcuni limiti:

·         possono generare speranze infondate, perché le risorse per attuarli mancano o sono inadeguate;

·         possono assumere, quando si trasformano in leggi, caratteristiche diverse rispetto a quelle che avevano quando erano semplici programmi.

 

Il Testo di Legge invece, anche in forma di semplice bozza che il legislatore provvederà a rielaborare, consente a tutti i cittadini di capire se ci sono o meno le risorse per fare ciò che si promette e di valutare esattamente l’impatto che le norme avranno sulla loro vita e su quella del Paese.

Inoltre, se un Progetto è presentato con la forma del Testo di Legge,

i cittadini possono porre alla politica queste domande:

 

·         Visto che i soldi ci sono, perché non si approva questa legge?

·         Quali sono gli ostacoli che ne impediscono l’approvazione?

 

 

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Struttura del Vademecum: come usarlo e come navigare al suo interno

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Come è strutturato questo libro?

Nella Parte prima - Per Capire, illustreremo come stanno oggi le cose (è indispensabile farlo; non solo per comprendere meglio ciò che diremo nella Parte seconda, ma perché abbiamo scoperto che molte persone, anche di elevato livello culturale, non lo sanno).

Nella Parte seconda - Per Agire e Creare lavoro, illustreremo il nostro Progetto.

 

Perché questo libro è denominato Vademecum?

Perché è uno strumento di lavoro, volto a raggiungere un obiettivo.

È dedicato a chi vuole impegnarsi per dar lavoro a se stesso e/o ai propri figli, ma anche a chi vuole solo conoscere i temi trattati.

Questo libro, quindi, non si limita a dare spiegazioni o a proporre idee, ma prende per mano il lettore e lo guida lungo un percorso che gli consentirà

·         di utilizzarlo per agire allo scopo di creare lavoro o, a sua scelta,

·         di limitarsi a consultarlo solo per capire.

Anche per questo è presente un dettagliato Indice Generale, che consente di navigare all’interno del Vademecum per trovare velocemente gli argomenti che interessano.

Per la stesura del testo abbiamo utilizzato la formula delle Riunioni e delle domande e risposte.

 

Perché i testi del Vademecum sono strutturati in forma di Riunioni con domande e risposte?

Perché parte dei testi è stata prodotta proprio nel corso di alcune Riunioni degli autori. Poi la formula è piaciuta e si è deciso di estenderla a tutti i testi.

La formula delle domande e risposte (con molte, volute, ripetizioni) è stata scelta per facilitare la comprensione di argomenti complessi e perché questa formula, c.d. FAQ, è molto apprezzata dai giovani.

Le domande e risposte servono anche a facilitare, con una rapida scorsa dei titoli, gli argomenti che interessano il lettore.

 

Possiamo fare affidamento su ciò che avete scritto?

Ricordiamo che il Progetto qui illustrato è già stato sottoposto all’esame di molti lettori di diverso livello culturale, dai docenti universitari fino agli studenti. Ma non vi chiediamo di fidarvi dei giudizi degli altri. Leggete il Vademecum. E se qualcosa non vi convince, contattateci per avere spiegazioni.

 

E se non volessimo leggerlo tutto ma ci interessasse comunque comprenderne i contenuti, cosa possiamo fare?

Il testo è strutturato in modo da consentire una lettura rapida e una veloce ricerca degli argomenti. Se non avete tempo o siete pigri, fate così:

·         scorrete le pagine velocemente, leggete solo i testi in neretto (impiegherete circa dieci minuti); soffermatevi su ciò che vi interessa. Poi, quando avrete tempo e voglia, leggetelo tutto;

·         potete anche esaminare l’Indice Generale e cercare solo gli argomenti che non conoscete o che vi incuriosiscono (saranno elencati con accanto il numero della pagina).

Anche per questa sua struttura il libro è denominato Vademecum.

 

Avete detto che questo Vademecum è disponibile gratuitamente on line. Ma se qualcuno volesse acquistarlo in formato cartaceo, può farlo?

Lo ribadiamo: questo Vademecum è stato scritto per solidarietà. Deve, quindi, essere gratuito. Tutti possono leggerlo gratuitamente on line. Per chi ama avere il libro in mano, è disponibile una versione cartacea. I riferimenti per l acquisto della versione stampata (editore, prezzo, consegna, ecc.) sono sul sito: www.disoccupatiunitevi.it

 

S e organizziamo qualche incontro, possiamo invitare voi autori?

No, lo abbiamo detto. Gli autori non cercano visibilità e, soprattutto, ritengono essenziale dar risposta a ogni osservazione solo per iscritto, dopo aver discusso fra di loro e studiato il problema. Potete invitare agli incontri qualcuno che ha letto il libro e vuol fare da relatore e poi:

·        se volete avere un semplice chiarimento, utilizzate i social elencati sul   sitwww.disoccupatiunitevi.it

·        se volete inviare suggerimenti, scrivete all agenzia letteraria Bottega editoriale vademecum@bottegaeditoriale.it che ha il compito di ricevere e coordinare le osservazioni per trasmetterle agli autori.

Sul sito o sui social potete anche vedere se qualcuno che vive nella vostra zona ha letto il libro e vuol far da relatore allincontro.

 

Avete detto che un gruppo di giovani diffonde gratuitamente il Vademecum sul sito disoccupatiunitevi. Ma se altri vogliono diffonderlo gratuitamente su un altro sito o sui social, possono farlo?

S ì, certo.

Tutti possono attivare siti o utilizzare i social per diffonderlo.

A noi autori non interessa sapere chi, come e dove lo diffonde.

Lo ribadiamo: il V ademecum è stato scritto per solidarietà e tutti, quindi, possono utilizzarlo liberamente.

 

Chi non conosce l’    economia, comprendei testi del Vademecum?

Crediamo di sì. Noi abbiamo operato come opera chi traduce da una lingua all’altra. Abbiamo cercato di tradurre il linguaggio degli economisti e dei giuristi in un linguaggio comprensibile a tutti, spesso ripetitivo e persino banale. Crediamo di esser riusciti nell intento. Ci conforta in questo senso un esperimento, che ha avuto esito positivo, fatto sottoponendo i testi a chi nulla sa di economia e di diritto.

 

Fine dell'Introduzione

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