Dare un lavoro a tutti

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INDICE GENERALE (tutti i testi del Vademecum)

PER CRITICARE (per chi ritiene il Progetto non attuabile)

PER COLLABORARE (per chi vuol far parte del Comitato Scientifico)

Indice generale

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Prefazione

Prefazione di Domenico De Masi

Parte Prima - Per capire

Introduzione Per sapere, leggendo poche pagine, a cosa serve il Vademecum

Riunione n. 1 Il Neoliberismo. L’economia che “uccide”

Riunione n. 2 Come contrastare il Neoliberismo

Riunione n. 3 Banche Centrali e Debito Pubblico

Riunione n. 4 Banche Commerciali e finanza speculativa

Parte Seconda - Per agire e creare lavoro

Riunione n. 5 Le Fondamenta e i Mattoni del nostro Progetto

Riunione n. 6 Il Progetto: l’Azienda dei Cittadini

Riunione n. 7 Il Piano Finanziario

Riunione n. 8 Si può fare una nuova Europa, democratica e solidale?

Riunione n. 9 Istruzioni per l’uso

Postfazione

Postfazione di Tonino Perna

 

Note Bibliografia Appendice

 

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Prefazione di Domenico De Masi

Uno dei maggiori sociologi contemporanei dà il suo giudizio su questo Vademecum

 

Parte prima - Per capire

Introduzione

Per sapere, leggendo solo poche pagine, a cosa serve il Vademecum

  1. Cosa fare per dar lavoro a tutti

  2. In cosa consiste, in estrema sintesi, il Progetto

  3. Perché questo Vademecum, gratuito, nasce dall’amarezza

  4. Perché ciò che propone è illustrato con la forma del Testo di Legge

  5. Struttura de l Vademecum: come usarlo e come navigare al suo interno

 

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Riunione n. 1
Il Neoliberismo. L’economia che “uccide”

1.        Se non si sa cos’è la politica economica, non si capisce nulla di quello che sta succedendo e non si può reagire

2.        Perché, pur non essendo tutti cattolici, abbiamo deciso di servirci delle parole del Papa per spiegare cos’è il Neoliberismo

3.        Cos’è la politica economica e qual è il suo fine ultimo. I diversi modelli di politica economica

4.        Il modello economico neoliberista è quello applicato oggi

5.        Il modello economico keynesiano era applicato fino agli anni ʼ80

6.        La silenziosa marcia del Neoliberismo a partire dagli anni ʼ 80 e l’abbandono del modello keynesiano

7.        Oggi non basterebbe tornare al modello keynesiano: occorrono soluzioni nuove, adeguate ai tempi che viviamo

8.        Il Neoliberismo crea disoccupazione

9.        L’economia non è una scienza esatta. Il fallimento della teoria neoliberista della “ricaduta favorevole”

10.     Lo strapotere della finanza neoliberista condiziona i governi

11.     Gli Stati hanno il diritto e il dovere di intervenire per evitare che la speculazione finanziaria arrechi danni ai cittadini. Lo dicono molti economisti e lo dice anche il Papa. Però il Neoliberismo lo vieta

12.     Il Debito Pubblico nel modello neoliberista è un problema; prima, invece, non lo era. La tirannia invisibile dei mercati e della finanza

13.     Occorre contrastare l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria

14.     Quando udite le parole riforme e cambiamento, drizzate le orecchie e aguzzate l’ingegno. Le riforme che ci ha imposto il Neoliberismo hanno prodotto un aumento del Debito Pubblico e della disoccupazione: ecco i dati ufficiali

15.     Nello stagno della disoccupazione occorre gettare un “macigno”, non un “sassolino”. In questo Vademecum spiegheremo come fare

16.     I punti salienti

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Riunione n. 2
Come contrastare il Neoliberismo

1.       Come si può contrastare il Neoliberismo

2.       Destra, sinistra, ideologie politiche e modelli di politica economica: un po’ di confusione

3.       Cosa possono fare i politici per contrastare il Neoliberismo

4.       Cosa possono fare i cittadini per capire se i politici vogliono creare lavoro: il test del DNA

5.       Un Lavoro Minimo Garantito per tutti si può creare per legge

6.       Il Papa parla a tutti, ma dà ai cattolici un compito particolare

7.       Cosa possono fare i Sostenitori del Lavoro Minimo Garantito

8.       Per un momento, occorre fermare il gioco e rifare le squadre. Chi è di destra o di sinistra, chi crede nella politica o chi la odia, deve capire che contrastare il Neoliberismo è interesse di tutti e deve convergere, provvisoriamente, in un’unica squadra

9.       Chi deve unirsi nella squadra A. I danneggiati dal Neoliberismo

10.    Chi starà nella squadra B. I favoriti dal Neoliberismo

11.    Non basta unirsi. Ci vuole un Progetto con copertura finanziaria. Altrimenti si faranno solo inutili chiacchiere

12.    I “ricchi” devono sapere che, se non contrastano subito il Neoliberismo, ne rimarranno vittime anch’essi

13.    I punti salienti

 

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Riunione n. 3

Banche Centrali e Debito Pubblico, prima e dopo il prevalere del Neoliberismo

1.       Oggi il denaro viene “creato dal nulla”; a differenza del passato, il denaro non è più legato a un bene materiale che lo Stato possiede

2.       Le Banche Centrali che creano il denaro. Cosa sono. A chi “obbediscono”. La differenza con le Banche Commerciali

3.       Come le banche ( Centrali e Commerciali) guadagnano, senza rischi, a spese dei cittadini

4.       Il Debito Pubblico non è un problema . Il problema è il suo costo di gestione

5.       Fino al 1980 il Debito Pubblico non era un problema perché la determinazione del suo costo di gestione era affidata allo Stato e non alla finanza privata

6.       Dal 1981 il Debito Pubblico divenne un problema perché lo Stato affidò alla finanza privata il potere di determinare il costo di gestione del Debito

7.       Due lettere, nel 1981, sancirono il “divorzio” – fra lo Stato e la Banca d’Italia – che affidò alla finanza privata il potere di stabilire il costo di gestione del Debito; cambiando il nostro futuro

8.       Come e perché il “divorzio” del 1981 cambiò il nostro futuro

9.       Una tabella con i dati ufficiali ci fa scoprire le falsità di molti luoghi comuni

10.    Inflazione, deflazione, svalutazione. Cosa sono? Sono buone o cattive?

11.    I dati ufficiali dimostrano che, dopo il “divorzio” del 1981, il Debito Pubblico raddoppiò non – come dicono – per le nostre “spese pazze”, ma perché la determinazione del tasso di interesse fu affidata alla finanza privata

12.    Dicono che entrando nell’Euro abbiamo risparmiato “un sacco di soldi” per gli interessi da pagare sul Debito Pubblico. È un’informazione corretta?

13.    Dicono che il nostro Debito Pubblico è cresciuto perché in passato, a differenza di altri Paesi, abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità. È un’informazione corretta?

14.     Dire che, per ridurre il Debito, dobbiamo vendere il nostro patrimonio pubblico “è una presa in giro”. Nell’attuale sistema neoliberista il Debito non potrà mai essere estinto. Occorrono altre soluzioni, che proporremo nella Parte seconda

15.    Note su una eventuale uscita dall’Euro. Il nostro Progetto non prevede l’uscita dall’Euro, ma consente all’Italia di uscirne senza problemi, se e quando deciderà di farlo

16.    I punti salienti

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Riunione n. 4

Banche Commerciali e finanza speculativa, prima e dopo il prevalere del Neoliberismo

1.         La colpa della crisi è delle banche? No. È del Neoliberismo

2.         Cosa facevano le banche prima del prevalere del Neoliberismo e cosa fanno oggi. La finanziarizzazione dell’economia

3.         Anche le Banche Commerciali (e non solo le Banche Centrali) creano denaro dal nulla

4.         Il sistema bancario ombra, spiegato con parole semplici

5.         Quanto è costato, anche a noi italiani, salvare le Banche europee

6.         Per salvare le banche pagano sempre i cittadini: prima del bail in pagavano poco, ma tutti (pagava lo Stato). Oggi pagano molto solo pochi sfortunati. E neanche chi ha meno di 100.000 euro può star tranquillo

7.         La finanza speculativa. La Leva Finanziaria, spiegata con parole semplici

8.         Derivati, Borsa, azioni e obbligazioni, spiegati con parole semplici

9.         La vendita allo scoperto, spiegata con parole semplici

10.      Le Agenzie di rating, spiegate con parole semplici

11.      Il mercato dei Titoli di Stato (primario e secondario), spiegato con parole semplic i

12.      Una potente arma in mano alla finanza: lo spread . Possiamo difenderci?

13.      Il Manifesto degli economisti sgomenti, con migliaia di prestigiose firme

14.      I punti salienti

 

Parte seconda - Per agire e creare lavoro

 

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Riunione n. 5
Le Fondamenta e i Mattoni del nostro Progetto

1.       Le Fondamenta sulle quali abbiamo “dovuto” basarci

2.       I Mattoni che abbiamo utilizzato per costruire il nostro Progetto

- Il lavoro, ieri, oggi, domani

- L’imposta che riduce le imposte

- La rottura della bipartizione Pubblico/Privato

- Il luogo di lavoro

- L’equilibrio

- La scienza dei limiti e l’apertura alla collaborazione

- L’osservazione della realtà e l’analisi dei frutti

- Un primo passo verso un Neoumanesimo

3.       Una Zattera Salvagente

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Riunione n. 6

L’Azienda dei Cittadini (ADECI) e il Progetto lavoro, casa e investimenti

Creare lavoro direttamente e subito

  1. Quanti soldi servono per realizzare questo Progetto e come trovarli

  2. Perché, per trovare i soldi , è meglio utilizzare il nostro Piano Finanziario

  3. Perché creare lavoro è importante per tutti, e non solo per i disoccupati

  4. L’Articolo 1 del nostro Progetto di Legge. L’ADECI

  5. Un “datore di lavoro di ultima istanza” per tutti coloro che non hanno un lavoro

  6. Pagati gli stipendi ai lavoratori, resteranno disponibili 40 miliardi di euro annui da utilizzare per ridurre le imposte e fare investimenti

  7. La logica che ispira il nostro Progetto: in cosa differisce dal modello neoliberista e da quello keynesiano

  8. Questo Progetto di Legge crea un Paracadute e un Trampolino di lancio

  9. L’Azienda dei Cittadini non dipenderà dalla politica e l’idea dei cittadini proprietari potrebbe essere applicata anche ad altri settori

  10. Cosa potranno fare i dipendenti dell’Azienda dei Cittadini. I vantaggi per loro e per l’economia

  11. Perché creare lavoro è utile alle persone: dodici motivi

  12. Perché creare lavoro è utile al Sistema Paese: ventiquattro motivi

  13. Il “prezzo occulto” dei prodotti provenienti dall’estero

  14. È più utile creare nuovi posti di lavoro o detassare il costo del lavoro?

Creare ulteriore lavoro (e ricchezza) utilizzando gli immobili

  1. Creare ulteriore lavoro detassando e valorizzando gli immobili con uno strumento innovativo: l’imposta patrimoniale differenziata in base all’uso (un’imposta che riduce le imposte)

  2. Eliminare le imposte su tutti gli immobili non è un regalo ai “ricchi”, ma serve a creare ulteriore lavoro e aumentare la ricchezza e l’affidabilità dell’Italia

  3. Occorre mobilitare gli immobili e trasformarli in capitale circolante

  4. Oggi l’imposta patrimoniale sugli immobili è oltre cinque volte superiore a quella sui patrimoni finanziari

  5. La “schiavitù” civile, fiscale e penale di chi ha un immobile degradato e invendibile

  6. Il nostro Progetto non prevede di “tartassare” i patrimoni finanziari , ma applica anche a essi l’imposta patrimoniale differenziata in base all’uso ( l’imposta che consente di ridurre le imposte)

  7. Globalizzazione e delocalizzazione stanno distruggendo il lavoro in Italia. Cosa possiamo fare per difenderci, senza violare i Trattati

  8. Si possono fare campagne informative per far conoscere ai consumatori il “prezzo occulto” dei prodotti esteri?

  9. I punti salienti

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Riunione n. 7
Il Piano Finanziario

1.       I tre obiettivi del Piano Finanziario: a) Reperire le risorse per attuare il Progetto; b) Mettere al sicuro il Debito Pubblico; c) Dar forza all’Italia in sede europea

2.       Il Debito Pubblico è una pistola puntata alla nostra tempia. Si può sterilizzare il Debito Pubblico senza arrecare danni ai cittadini

3.       Sterilizzare il Debito Pubblico non vuol dire non pagarlo (uno Stato può, se vuole, ripudiare il suo Debito) ma l’Italia è un Paese serio e paga i debiti

4.       Il nostro Piano Finanziario consente di sterilizzare il Debito Pubblico senza uscire dall’Euro (ma ci tornerà utile se in futuro decideremo di uscirne)

5.       L’Articolo 2 del nostro Progetto di Legge con il Piano Finanziario

6.       L’imposta patrimoniale differenziata in base all’ uso (l’imposta volontaria che riduce le imposte) si può applicare anche ai patrimoni finanziari tramite gli Eurocertificati

7.       Come non pagare l’imposta: un esempio pratico

8.       L’utilità di questa operazione. Perché gli Eurocertificati sono più sicuri dei Titoli di Stato

9.       Questo Piano Finanziario ha un fondamento logico ineccepibile

10.     Massima libertà per tutti. Utilizzare gli Eurocertificati non è obbligatorio. Ognuno con i suoi soldi può fare ciò che vuole

11.    Soltanto chi vuol farlo potrà utilizzare gli Eurocertificati come una normale moneta, spendibile però solo in Italia. Chi non vuol farlo, non lo farà

12.    Il principio cui si ispira questa norma è quello cui si ispira l’esenzione di IMU e TASI: il bisogno personale. Uno schema per capire

13.    Con l’utilizzo degli Eurocertificati non cambia nulla per nessuno. E non c’è conflitto con le norme europee

14.    Procedura d’infrazione? Impossibile e comunque irrilevante

15.     Spread e attacchi al nostro Debito Pubblico saranno solo un ricordo. La finanza non potrà più puntarci una pistola alla tempia e ricattarci

16.    Chi deve operare con l’estero non avrà alcun problema. Non cambia nulla

17.    Chi comprerà, in futuro, i Titoli del nostro Debito Pubblico?

18.    Uno Stato può fallire. Però l’Italia oggi, ma solo oggi, non può fallire. Per il futuro, occorre vigilare e agire, subito, finché si è in tempo

19.    La libera circolazione dei capitali, prescritta dall’UE, è garantita. Ma chi vuol fare il furbo, paga pegno

20.    L’Italia dovrebbe creare una Banca Commerciale pubblica: un motore per l’economia che altri Paesi già hanno

21.     Quali vantaggi avremo se, dopo aver attuato questo Piano Finanziario, in futuro decideremo di uscire dall’Euro

22.     Tutto ciò che abbiamo proposto sinora in questa Riunione n. 7, l’Italia può farlo da sola e subito. Se invece vuol modificare i Trattati, deve convincere gli altri Paesi. Nella prossima Riunione n. 8 suggeriremo come provare a convincerli

23.    I punti salienti

 

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Riunione n. 8

Si può fare una nuova Europa, democratica e solidale?

1.       L’UE. Un bel dono con in pancia una brutta sorpresa. Il cavallo di Troia

2.       I principi cui si ispirano i Trattati…

3.       … e la effettiva applicazione di questi principi

4.       Il Parlamento europeo non ha i poteri di un vero Parlamento

5.       Se l’Unione Europea non cambia, è destinata a fallire

6.       Cosa si può fare per cambiare l’Unione Europea

7.       Cosa potrebbe fare l’Italia per cambiare l’Unione Europea

8.       Una Banca Centrale può (e deve) avere fra i suoi scopi principali il perseguimento della piena occupazione. Altre Banche Centrali ce l’hanno ma la BCE non ce l’ha. Perché?

9.       Se l’Unione Europea non cambia e fallisce, l’Italia potrebbe attivarsi per costruirne una nuova su basi diverse

10.    I Trattati europei e la nostra Costituzione si ispirano a principi diversi e contrastanti

11.    Non si deve far confusione fra i giudici europei che si occupano di Diritti dell’Uomo

12.    Un appello ai Giudici costituzionali italiani

13.    Le norme sul bail in sono incostituzionali

14.    Noi, semplici cittadini, cosa possiamo fare?

15.    I punti salienti

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Riunione n. 9
Istruzioni per l’uso. Come convincere (o costringere) la politica ad attuare il Progetto.

1.       Gli obiettivi del Progetto illustrato in questo Vademecum

2.       Come usare questo Vademecum

3.       Per avere risultati ci vuole un Progetto attuabile subito; altrimenti si faranno le solite inutili chiacchiere

4.       Un Progetto che possa essere condiviso dal 98% dei cittadini

5.       Come passare all’azione: i nostri consigli

6.       Come convincere (o costringere) la politica ad approvare il Progetto. Situazione A: quando ci sono elezioni

7.       Come convincere (o costringere) la politica ad approvare il Progetto. Situazione B: quando non ci sono elezioni

 

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Postfazione di Tonino Perna

Uno dei maggiori socioeconomisti dà il suo giudizio su questo Vademecum

 

Note

 

Bibliografia

 

S itografia

 

Appendice

 

 

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