Dare un lavoro a tutti

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INDICE GENERALE (tutti i testi del Vademecum)

PER CRITICARE (per chi ritiene il Progetto non attuabile)

PER COLLABORARE (per chi vuol far parte del Comitato Scientifico)

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PARTE SECONDA - Per agire e creare lavoro

 Riunione n. 5
Le Fondamenta e i Mattoni del nostro Progetto

1.       Le Fondamenta sulle quali abbiamo “dovuto” basarci

2.       I Mattoni che abbiamo utilizzato per costruire il nostro Progetto

- Il lavoro, ieri, oggi, domani

- L’imposta che riduce le imposte

- La rottura della bipartizione Pubblico/Privato

- Il luogo di lavoro

- L’equilibrio

- La scienza dei limiti e l’apertura alla collaborazione

- L’osservazione della realtà e l’analisi dei frutti

- Un primo passo verso un Neoumanesimo

3.      Una Zattera Salvagente

  

5.1

Le Fondamenta sulle quali abbiamo “dovuto” basarci

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Cosa sono le Fondamenta?

Con il termine Fondamenta vogliamo indicare i principali concetti che abbiamo illustrato nella Parte seconda del Vademecum e che siamo stati costretti a utilizzare.

Non potevamo certo cambiare i “pilastri” che il Neoliberismo ha piantato nella nostra economia. Su queste Fondamenta abbiamo dovuto costruire il nostro edificio, cioè il Progetto che ci accingiamo a illustrare nella Parte seconda.

 

Bene, allora diteci quali sono queste Fondamenta.

Eccole elencate brevemente qui di seguito:

 

·         La politica economica è lo strumento attraverso il quale lo Stato, con le sue leggi, “si prende cura” dei suoi cittadini. Il fine ultimo della politica economica, in democrazia, può essere sintetizzato nella seguente frase: “Far raggiungere un maggior benessere al maggior numero di cittadini”. Abbiamo preso atto che il Neoliberismo non ha aumentato il benessere.

 

·         Il Neoliberismo è la politica economica che oggi domina nell’Unione Europea e ci sta privando di tutte le certezze di cui ha bisogno l’uomo per vivere serenamente:

·        certezza del lavoro;

·        certezza di una pensione dignitosa;

·        certezza di avere i propri risparmi al sicuro e di non perderli con il bail in;

·        certezza di un futuro per i propri figli;

·        e molte altre certezze…

 

·         Lo strumento che consente al Neoliberismo di dominarci è, in particolare, la privatizzazione della gestione del Debito Pubblico, iniziata negli anni ʼ 80 e consacrata negli anni ʼ 90 con l’entrata nell’Euro, che ha reso l’Italia schiava dei mercati finanziari.

 

·         Se non si libera lo Stato da questa schiavitù, ogni riforma avrà scarsa rilevanza. L’Italia dovrà obbedire ai mercati perché hanno il potere di metterla in ginocchio in qualsiasi momento.

 

·         Il problema del Debito Pubblico può essere risolto uscendo dall’Euro e rimettendo la Banca Centrale al suo posto, là dove stava prima del “divorzio”, fino al 1981: al servizio dei cittadini.

 

·         Se l’UE non verrà riformata, uscire dall’Euro sarà indispensabile; però i cittadini non hanno ancora le idee chiare.

 

·         La situazione del Paese è grave e non si può attendere che i cittadini si convincano a uscire dall’Euro o che l’UE venga riformata. Quindi, in attesa di questa riforma o che i cittadini decidano cosa fare, occorre realizzare altro, ma subito.

 

·         L’Italia, per alcune sue peculiari caratteristiche (che vedremo) può far qualcosa, subito, e attuare un Progetto che impedisca alla finanza di attaccare il suo Debito Pubblico, anche senza uscire dall’Euro e senza attendere che l’UE sia riformata.

 

·         Questo Progetto consentirebbe all’Italia senza nulla chiedere all’UE e senza alcun sacrificio per i cittadini:

·        di dar lavoro a oltre 4 milioni di persone;

·        di ridurre le imposte;

·        di rilanciare il lavoro: dipendente, autonomo, delle imprese, ecc.

·        di mettere al sicuro il Debito Pubblico;

·        di dare sicurezza (fisica ed economica) ai cittadini;

·        di investire, anche per mettere in sicurezza il territorio.

Questo Progetto è illustrato nelle Riunioni n. 6 e n. 7.

 

·         Se si attua questo Progetto, l’Italia potrebbe anche “alzare la voce” in sede UE, come tutti dicono si debba fare ma che nessuno può fare se non ci si libera dalla schiavitù dei mercati finanziari che, a causa del nostro Debito Pubblico, ci puntano una pistola alla tempia. I suggerimenti per cambiare l’UE sono illustrati nella Riunione n. 8.

 

·         Un Progetto però non basta; occorre che i cittadini si organizzino. Il Vademecum, quindi, contiene anche alcuni consigli su come prepararsi per agire e convincere (o costringere) la politica a occuparsi un po’ più dei cittadini e un po’ meno della finanza. I cittadini devono mettere da parte, provvisoriamente, ogni divisione su altri temi e unirsi per uno scopo comune. Poi, raggiunto lo scopo, potranno tornare a dividersi.

 

·         I consigli per organizzarsi sono illustrati nella Riunione n. 9 - Istruzioni per l’uso. Tre passi per colpire l’obiettivo.

 

 

5.2

I Mattoni che abbiamo utilizzato per costruire il nostro Progetto

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Cosa sono i Mattoni del Progetto e che differenza c’è con le Fondamenta?

Le Fondamenta nascono da ciò che abbiamo appreso nei nostri studi e da ciò che altri hanno scritto o detto, pro e contro il Neoliberismo.

I Mattoni, invece, sono frutto di un impegnativo lavoro di ideazione che punta:

 

·         a dare soluzioni innovative a problemi esistenti;

·         a cercare di prevenire le (o replicare in anticipo alle) obiezioni che potranno esser mosse.

 

La loro costruzione, quindi, ha richiesto una fatica superiore a quella che abbiamo sostenuto per le Fondamenta.

I Mattoni, nel nostro intento, dovrebbero rappresentare un primo, se pur limitato, passo verso un’economia meno attenta agli interessi della finanza e più attenta ai bisogni dell’uomo: un Neoumanesimo economico .

* I Mattoni, quindi, pur obbedendo alle regole della politica economica, si muovono entro un percorso ideologico.

 

Diteci: quali sono questi Mattoni?

Li elenchiamo qui di seguito.

 

Mattone n. 1 - Il lavoro ieri, oggi, domani.

Creare lavoro e benessere è lo scopo che si propongono gli Stati democratici, adottando un modello di politica economica che consenta di raggiungere questo scopo. Sappiamo ormai che i modelli economici capitalistici che abbiamo applicato dal dopoguerra a oggi sono due:

 

·         quello neoliberista, che ha fallito;

·         quello keynesiano, che è utile ma oggi non basta.

 

Sappiamo anche, lo dicono tutti, che il desideratissimo “posto fisso” sembra essere un ricordo del passato.

Preso atto di questo, abbiamo ideato un Progetto che ha lo scopo di creare lavoro, direttamente e subito:

 

·     senza attendere che lo facciano le politiche neoliberiste (che, lo dice anche il Papa, non sono mai state confermate dai fatti),

·     senza affidarsi solo agli investimenti suggeriti dalle politiche keynesiane (che servono, ma oggi non bastano, anche in vista dell’avanzare delle nuove tecnologie).

·     sostituendo il “posto fisso” con la “certezza di avere un lavoro” per poter «coniugare la flessibilità del mercato con le necessità di stabilità e certezza delle prospettive lavorative, indispensabili per lo sviluppo umano dei lavoratori […]; garantire, attraverso il lavoro, la possibilità di costruire una famiglia e di educare i figli » (5).

Il domani del lavoro non potrà prescindere dalla necessità di assicurare la certezza di una prospettiva lavorativa. In questa direzione muove il primo passo l’ADECI, di cui parleremo nella prossima Riunione n. 6.

 

Mattone n. 2 - L’imposta che riduce le imposte.

Nella fase di ideazione del Progetto, ci siamo posti questo obiettivo: le risorse finanziarie necessarie devono essere reperite utilizzando strumenti che non danneggino i cittadini.

Abbiamo quindi ideato un nuovo modello di imposta patrimoniale che (sembrerà inverosimile, ma è proprio così) riduce le imposte, denominata imposta patrimoniale differenziata in base all’uso .

Essa si ispira al seguente principio: “Non si deve tassare un bene in sé, ma si deve tassare in base all’uso che, liberamente, decide di farne il suo proprietario”.

Questa imposta è fortemente innovativa: sarà pagata solo da chi, liberamente, deciderà di pagarla. Inoltre è “disegnata” sui bisogni dell’uomo e consente – senza alcun danno per i cittadini – di reperire le risorse necessarie per attuare il Progetto.

 

Mattone n. 3 - La rottura della bipartizione Pubblico/Privato.

Si può superare la tradizionale bipartizione Pubblico/Privato? In molti casi sì.

Proporremo quindi un modello che abbiamo utilizzato per il nostro Progetto: il Privato (di proprietà non di pochi, ma di tutti i cittadini) che svolge attività che il Pubblico non vuole o non può svolgere o svolge con scarsa efficienza ( questo concetto può non esser subito comprensibile ai non addetti ai lavori, ma sarà illustrato con chiarezza nella prossima Riunione n. 6 al punto 9 ).

Questo modello concilia l’efficienza manageriale che (ci dicono) caratterizza il privato, con l’esigenza di privatizzare, per non lasciare nelle mani della politica un potere che (ci dicono) produce sprechi, clientele e inefficienze.

Per soldi e manager, come vedremo, non c’è problema!

 

Mattone n. 4 - Il luogo di lavoro.

Contrariamente a ciò che sostengono i neoliberisti, il nostro Progetto prevede che non si devono “deportare” le persone dove c’è lavoro, ma si deve “portare” il lavoro dove ci sono le persone. Uno Stato moderno e democratico deve esser capace di far questo.

Famiglia, casa, affetti e radici devono rappresentare valori (salvo, ovviamente, casi particolari in cui ciò non può avvenire o diverso desiderio personale).

 

Mattone n. 5 - L’equilibrio.

Ogni soluzione ai problemi deve ricercare un giusto e costante equilibrio fra esigenze diverse, altrimenti produrrà effetti limitati e non duraturi.

Trovare soluzioni equilibrate e attuabili subito è essenziale. Tutto ciò che non è in equilibrio, prima o poi, crolla rovinosamente e si può solo sperare che il crollo avvenga con strumenti democratici.

 

Mattone n. 6 - La scienza dei limiti e l’apertura alla collaborazione.

Ci siamo ispirati alla scienza dei limiti: si deve essere consapevoli dei propri limiti e confrontarsi sempre non solo con chi è più capace di noi, ma anche con chi (presuntuosamente) riteniamo meno capace.

È ciò che abbiamo fatto e che vogliamo continuare a fare. Quindi, se qualcuno vuol contribuire a perfezionare il Progetto o ha una soluzione più equilibrata che l’Italia può attuare subito e da sola (senza nulla chiedere all’UE) può proporla. Sarà ben accetta.

 

Mattone n. 7 - L’osservazione della realtà e l’analisi dei frutti.

L’osservazione della realtà : se sto male, non mi si può dire che sto bene. E se un mio amico è disperato perché non ha lavoro, poco importa che in TV mi si dica che la disoccupazione è diminuita o che il PIL è cresciuto. Occorre far qualcosa subito, per tutti.

L’analisi dei frutti : il giudizio per stabilire se una politica favorisce o danneggia i cittadini deve essere dato sul riflesso che ha, immediatamente, sulla loro vita e non su annunci, numeri o programmi.

 

Mattone n. 8 - Un primo passo verso un Neoumanesimo.

Al Neoliberismo occorre contrapporre un Neoumanesimo che non abbia solo un contenuto letterario o artistico, ma abbia lo scopo di trasformare le istituzioni modellandole sui bisogni dell’uomo: primo fra tutti il lavoro, e che si estenda poi a fisco, giustizia, burocrazia, ecc.

Il nostro Progetto vuol fare un primo passo verso questo Neoumanesimo, che:

·     prima salga dal basso verso l’alto con gli strumenti della democrazia e inondi tutte le istituzioni, dando mandato alla politica di modellarle sui bisogni dell’uomo ed eleggendo politici che intendono farlo;

·     poi discenda dall’alto verso il basso, dalle istituzioni verso l’uomo, con leggi, strutture e rapporti con i cittadini improntate al rispetto dei loro bisogni e della loro dignità;

·     infine, si diffonda orizzontalmente, improntando i rapporti fra gli uomini.

Un Neoumanesimo che non consenta sopraffazioni (ad esempio dei “ricchi” sui poveri o dei poveri sui “ricchi”) ma cerchi un equilibrio fra diverse legittime esigenze. Se parliamo di Neoumanesimo, dobbiamo tener presente che anche coloro che, lecitamente, sono diventati “ricchi” sono uomini.

Mettendo al primo posto i bisogni dell’uomo, non solo riparte l’economia, ma cambia tutto. Cominciamo dal lavoro, come proponiamo di fare in questo Vademecum. Per il resto, si vedrà.

 

 

5.3

Una Zattera Salvagente

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Il vostro Progetto risolve definitivamente i problemi della disoccupazione e della finanziarizzazione dell’economia?

No. Per risolvere questi problemi si dovrebbero modificare i Trattati.

Il nostro Progetto può essere definito una Zattera Salvagente: si muove entro i limiti in cui ci hanno relegato i Trattati internazionali che si ispirano al Neoliberismo perché se li violasse non sarebbe immediatamente attuabile. Però consente di guardare al futuro con serenità.

Un esempio: oggi i cittadini e i governanti (non solo italiani) nuotano in acque vorticose e devono prendere decisioni vitali. Neoliberismo o no? Globalizzazione o no? Euro o no? Intervento dello Stato o no?

Questo Progetto consente di mettere i piedi su una Zattera Salvagente e di valutare con calma da che parte andare:

·         continuare , con maggiori garanzie per i cittadini, a percorrere la strada neoliberista oppure

·         intraprendere , con serenità, una nuova strada.

 

Dopo aver elencato le Fondamenta e i Mattoni, illustriamo il nostro Progetto.

 

Fine della Riunione n. 5

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