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Riunione n. 4
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1. La colpa della crisi è delle banche? No. È del Neoliberismo 2. Cosa facevano le banche prima del prevalere del Neoliberismo e cosa fanno oggi. La finanziarizzazione dell’economia 3. Anche le Banche Commerciali (e non solo le Banche Centrali) creano denaro dal nulla 4. Il sistema bancario ombra, spiegato con parole semplici 5. Quanto è costato, anche a noi italiani, salvare le Banche europee 6. Per salvare le banche pagano sempre i cittadini: prima del bail in pagavano poco, ma tutti (pagava lo Stato). Oggi pagano molto solo pochi sfortunati. E neanche chi ha meno di 100.000 euro può star tranquillo 7. La finanza speculativa. La Leva Finanziaria, spiegata con parole semplici 8. Derivati, Borsa, azioni e obbligazioni, spiegati con parole semplici 9. La vendita allo scoperto, spiegata con parole semplici 10. Le Agenzie di rating, spiegate con parole semplici 11. Il mercato dei Titoli di Stato (primario e secondario), spiegato con parole semplic i 12. Una potente arma in mano alla finanza: lo spread. Possiamo difenderci? 13. Il Manifesto degli economisti sgomenti, con migliaia di prestigiose firme
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Perché oggi parliamo, nella stessa Riunione, di Banche Commerciali e di finanza speculativa? Perché la finanza, alla quale il Neoliberismo ha dato “licenza di uccidere” va “a braccetto” con le banche ed è utile parlarne nella stessa Riunione.
Sentiamo spesso dire che la colpa della crisi va attribuita alle banche e alla finanza. è vero? Non è vero.
Ma allora perché tutti dicono che banche e finanza hanno provocato la crisi? Perché dimenticano che le banche non sono enti di beneficenza, ma sono società private e perseguono esclusivamente gli interessi dei loro proprietari. La “colpa” va attribuita al Neoliberismo, che consente loro di fare ciò che vogliono. Un esempio: se io lascio il mio bambino, che ho il dovere di controllare, libero di combinar guai e non lo tengo per mano, la colpa è mia o è di mio figlio? Ovviamente è mia. E così, se il Neoliberismo lascia totalmente liberi banche, finanza e mercati e questi combinano guai, di chi è la colpa? Ovviamente del Neoliberismo. Prima del prevalere del Neoliberismo la situazione era molto diversa: le banche e la finanza difficilmente potevano combinare tutti i guai che fanno oggi. Prima del prevalere del Neoliberismo non mancarono scandali e crisi economiche causate dalle banche private e dai grandi capitali finanziari, * però mai , in passato, un cittadino fu privato dei suoi risparmi come avviene oggi nel sistema neoliberista. Riflettiamo: se il Neoliberismo può far questo, in futuro potrà farci di tutto.
Cos’è una banca? Solitamente si crede che una banca sia un’impresa commerciale come tutte le altre, che compra denaro dai depositanti e lo vende a chi chiede un prestito come, ad esempio, un negozio di frutta e verdura che compra e rivende prodotti ortofrutticoli. Non è così; ecco perché: · Un negozio di frutta e verdura non può vendere più merce di quella che ha acquistato. · La banca, invece, può vendere più denaro di quello che ha raccolto dai risparmiatori. · Se fallisce un negozio di frutta e verdura, i suoi clienti non subiscono nessun danno: vanno a comprare in un altro negozio. · Se fallisce una banca, i suoi clienti subiscono danni, spesso irreparabili: la perdita dei risparmi di una vita.
Questa semplice premessa serve a far comprendere il delicatissimo ruolo che svolgono le banche e la peculiarità di ciò che esse fanno e dovrebbero fare.
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Perché avete detto “dovrebbero”? Con l’avvento del Neoliberismo le banche fanno qualcosa di diverso da ciò che dovrebbero fare? Sì. Fanno di tutto. Per comprendere dobbiamo però precisare che, prima del prevalere del Neoliberismo, le Banche Commerciali (che, ve lo ricordiamo, sono cosa diversa dalle Banche Centrali) erano distinte in due categorie: Banche Commerciali e Banche d’Affari.
· Le Banche Commerciali, (dette anche di deposito) raccoglievano i capitali dei normali risparmiatori e potevano occuparsi solo di prestiti e risparmi, finanziandosi con la raccolta del risparmio per erogare il credito. · Le Banche d’Affari, (dette anche d’investimento) raccoglievano invece i capitali degliamanti del rischio e impiegavano il denaro raccolto in investimenti rischiosi.
Perché, prima dell’avvento del Neoliberismo, le banche erano distinte in due categorie? Per garantire i cittadini e per non sprecare soldi pubblici. Questa distinzione consentiva di distinguere le banche legittimate a intraprendere operazioni di speculazione (le Banche d’Affari) dalle banche alle quali la speculazione era vietata (le Banche Commerciali). Permetteva inoltre agli Stati di decidere se salvare o no una banca in difficoltà e ai depositanti di fare scelte consapevoli, perché teneva ben distinti i normali risparmiatori dagli speculatori. Pertanto:
· Chi era un normale risparmiatore e non voleva correre il rischio che i suoi soldi venissero usati per speculazioni finanziarie, e quindi, il rischio di perderli, poteva rivolgersi alle Banche Commerciali. · Chi era uno speculatore ed era disposto a correre rischi, a fronte di un possibile guadagno più cospicuo, poteva scegliere di depositare i propri risparmi in una Banca d’Affari.
Di conseguenza, se falliva una Banca Commerciale (che prestava soldi ai cittadini), era accettabile che lo Stato intervenisse per salvarla, con soldi pubblici. Se faceva bancarotta una Banca d’Affari, gli amanti del rischio, che avevano voluto speculare, potevano perdere i loro soldi e lo Stato non si sentiva obbligato a intervenire.
Questa distinzione esiste ancora? Purtroppo, no: il Neoliberismo l’ha eliminata. Ne l corso dei decenni, sotto l’impulso delle lobby finanziarie neoliberiste, questa s eparazione è venuta meno e le banche ogg i possono operare con i soldi dei propri clienti per fare qualunque speculazione finanziaria. Possono fare di tutto e vengono definite “universali” (si noti il termine universale che evoca poteri quasi soprannaturali).
Il modello bancario definito “universale”, attualmente applicato, è nuovo e moderno? No. Il modello bancario vigente, definito “universale” o misto, è un sistema datato: è nato nell’ ʼ 800 . Fu poi abbandonato dopo la crisi del 1929 ma, negli anni ʼ 90, fu riesumato dal Neoliberismo ed è oggi la forma più diffusa di gestione bancaria. * Il Neoliberismo ha eliminato la distinzione fra Banche Commerciali e Banche d’Affari che tutelava i risparmiatori e ci ha riportati indietro nel tempo, all’ ʼ800 .
Allora, adesso, con i soldi dei cittadini, sa lviamo a nche le banche che speculano? Sì, perché è stata eliminata la differenza fra Banche Commerciali e Banche d’Affari . Tutte le banche, oggi, possono fare liberamente speculazione finanziaria. Anche per questo si parla di finanziarizzazione dell’economia.
Cos’è la finanziarizzazione dell’economia? Q uand o si dice che l’economia si è finanziarizzata, ci si riferisce al fatto che le banc he e gli investitori hanno ridotto il loro intervento nell’economia reale a favore di imprese e cittadini , e hanno invece preferito impiegare il denaro in operazioni finanziarie ad altissimo rischio che offrono maggiori possibilità di guadagno.
Questa premessa è stata utile, ma veniamo al dunque. Cosa fanno oggi le banche? Le banche ormai si sono “evolute” e le loro principali attività consistono nel:
· prestare denaro agli Stati (lucrando senza alcun rischio), · prestare denaro a cittadini e imprese (sempre meno), · fare speculazione finanziaria (sempre più), · creare denaro dal nulla decidendo a chi darlo e a chi no(22).
Il Neoliberismo ha trasformato le banche, da strumento di crescita del Paese, in protagonisti della finanziarizzazione dell’economia. Il Neoliberismo dà alle banche la libertà di fare quel che vogliono (speculare o sostenere l’economia) con il denaro che ricevono dalla BCE e/o che esse stesse creano, e vieta agli Stati il diritto di intervenire a tutela del bene comune.
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Perché dite che anche le Banche Commerciali (e non solo le Banche Centrali) creano denaro? Non è facile comprenderlo, ma cerchiamo di spiegarlo con un esempio. Io deposito 100.000 euro in banca. Questa, dopo il mio deposito, presta 90.000 euro al signor Luigi che li spende. Ebbene, se io mi presento in banca a ritirare tutti i miei soldi, la banca non potrà certo dirmi : “Ti posso dare solo 10.000 euro perché gli altri 90.000 li ho prestati al signor Luigi”. Dovrà darmi tutti i miei 100.000 euro. Chiaro, no? La banca ha creato dal nulla i 90.000 euro che ha dato al signor Luigi. Non li ha stampati (ormai sappiamo che il denaro non si trasferisce da una banca all’altra con il furgone, ma con una semplice annotazione nelle scritture contabili) ma ha dato a Luigi la possibilità di spenderli. Se fra voi c’è qualcuno che studia Economia e Finanza , potrà dirci che i libri sui quali studia spiegano che il sistema bancario può moltiplicare fino a cinquanta volte un deposito che riceve (è il c.d. moltiplicatore monetario: non possiamo spiegare qui i dettagli; potete però cercarli sul sito di una qualsiasi facoltà di Economia). Ma il Neoliberismo ha superato i libr i e consente alle banche di far di meglio (o di peggio)
Perché le banche possono creare denaro e gli Stati devono prenderlo in prestito da loro pagandolo a caro prezzo? Questo è il Neoliberismo. Banche e finanza comandano, Stati e cittadini obbediscono. Il Neoliberismo ha dato a banche e finanza il potere di creare denaro e la libertà di farne quel che vogliono negando, come dice anche il Papa, «il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la tutela del bene comune» (EG 56). Il Neoliberismo ha attribuito il diritto di creare denaro alle banche e alla finanza sottraendo questo potere agli Stati e, quindi, ai cittadini. * Si è così realizzato il sogno attribuito a un famoso banchiere che diceva: «datemi il controllo della moneta di una nazione e poco mi importerà di chi farà le sue leggi» ( questa frase è stata attribuita al banchiere tedesco Mayer Amschel Rothschild) .
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Abbiamo capito che le regole stabilite per le banche sono vantaggiose. Le banche si “accontentano” oppure possono violare le regole? Le banche possono violare le regole, utilizzando un meccanismo chiamato “cartolarizzazione” che funziona in questo modo: la banca “impacchetta” i prestiti che ha fatto e li rivende tramite il cosiddetto sistema bancario ombra, che sfugge a ogni controllo.
Come funziona questa “cartolarizzazione” dei prestiti effettuata dalle banche? Per capire come funziona la “cartolarizzazione” bisogna prima dire qualcosa sul termine obbligazione, perché può trarre in inganno. Bisogna tenere ben distinti due tipi di obbligazioni:
· quelle ordinarie, come ad esempio le obbligazioni ENEL, che hanno alla base un’attività reale: la fornitura dell’energia elettrica. · quelle derivate, che, invece, non hanno alla base un’attività reale ma un’altra attività finanziaria, ad esempio un prestito che la banca ha erogato a terzi.
Entrambi i titoli sono denominati obbligazioni (forse per confondere le idee ai risparmiatori?) ma sono due cose molto, ma molto diverse.
Bene, ma torniamo alla “cartolarizzazione”. Come funziona? La “cartolarizzazione” consente alle banche di trasformare in obbligazioni derivate i prestiti che hanno concesso ai loro clienti. Queste sono poi immesse sui mercati finanziari e vendute agli operatori finanziari e ai risparmiatori. In questo modo, i prestiti non figurano più nei bilanci delle banche, che possono continuare a concederne altri, senza più rispettare i limiti imposti dalle normative bancarie. Per mezzo delle “cartolarizzazioni” le banche possono, quindi, liberarsi immediatamente del rischio e trasferirlo a qualcun altro. In tal modo, la possibilità di una banca di fare prestiti diventa praticamente illimitata.
Non abbiamo capito niente. Potete fare un esempio? Sì, eccolo. Io sono una banca e voglio liberarmi di ogni rischio per i prestiti che ho concesso e voglio fare nuovi prestiti. Che cosa faccio? Prendo i prestiti che ho concesso, li “impacchetto” e li vendo ad altri (alle SPV, Società Veicolo), che a loro volta li “impacchettano” in un titolo chiamato obbligazione cartolarizzata, che piazzano sul mercato agli investitori in giro per il mondo. Il mio bilancio ora è di nuovo in ordine e posso tornare a far prestiti, che potrò ulteriormente “impacchettare” in obbligazioni derivate e così via, all’infinito, fino a quando riuscirò a trovare qualcuno che le compra.
È questo il sistema bancario ombra che consente alle banche di eludere i controlli e violare le regole? Sì, questo è il “trucco” per eludere le regole: il sistema bancario ombra. Le SPV (Società Veicolo), di cui abbiamo parlato, sono società che svolgono i medesimi compiti delle banche, ma non sottostanno (chissà perché) alle regole del sistema bancario tradizionale. Fanno parte di una sorta di sistema bancario parallelo a quello ufficiale che non è tenuto a rispettare i requisiti di trasparenza e vigilanza previsti per il sistema bancario ufficiale e permette alle banche di eludere le regole. Ma fermiamoci qui. Crediamo che possa bastare per farvi comprendere che si tratta di meccanismi (volutamente?) complessi che non consentono ai cittadini di comprendere cosa fa la finanza alle loro spalle e sulla loro pelle. Sono sempre i cittadini, infatti, quelli che pagano gli errori altrui.
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Quanto è costato salvare le banche? Noi non lo sappiamo. E, forse, non lo sanno con precisione neanche le istituzioni europee. Ecco perché:
· la Commissione europea afferma che gli Stati hanno tirato fuori circa 2.000 miliardi (671 in prestiti e 1.288 in garanzie); · il Parlamento europeo , invece, riporta cifre diverse, molto più alte(23).
Questa difformità di dati forniti da chi governa l’UE non è certo rassicurante per i cittadini europei e, in particolare, italiani; (ricordiamo che l’Italia ha contribuito al salvataggio delle banche di altri Stati).
E gli Stati, dove hanno preso tutti questi soldi per salvare le banche? Per trovare i capitali necessari a coprire i piani di salvataggio, gli Stati hanno aumentato il Debito Pubblico o le imposte. Ma c’è di più. Ad aggravare l’indebitamento che gli Stati si sono addossati per salvare la finanza, contribuisce poi la stessa finanza che, rimessa in piedi con i soldi pubblici, ricomincia a speculare. * Le banche sono state salvate senza imporre loro nessuna condizione. La finanza speculativa, salvata dagli Stati con il denaro ricavato dall’aumento del loro Debito, è stata lasciata libera di scommettere nuovamente contro gli Stati, il cui Debito è aumentato proprio a seguito dei piani di salvataggio.
Si può dire: io ti porgo la mano e tu me la mordi? Non potrebbe esserci espressione più appropriata! Lo Stato contrae debiti per rimediare ai danni della finanza speculativa e quest’ultima, salvata, può liberamente speculare sul Debito dello Stato facendolo crescere. Si danno i soldi, ma non si impongono né limiti né condizioni.
Ma con tutti i soldi che sono stati spesi per le banche, non si poteva creare occupazione? Sì, certo. Ma per il Neoliberismo la finanza è più importante dell’uomo.
Perché le banche sono state salvate senza imporre loro nessuna condizione? Ce lo chiediamo tutti e se lo chiede anche il Papa; ecco cosa ha detto (e noi condividiamo pienamente): «Il salvataggio a ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l’intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura»(30). È giusto che gli Stati intervengano per salvare le banche e lasciare indenni i risparmiatori, ma dovrebbero divenire proprietari delle banche salvate. Approfondiremo questo argomento nella Riunione n. 8.
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Dal 2016 gli Stati non salveranno più le banche; è così? Sì, è così. Per attuare una Direttiva UE, è stata approvata una legge(24) che prevede questo: le banche non saranno più salvate con soldi pubblici ma, nell’ordine, con i soldi degli azionisti, degli obbligazionisti e degli sfortunati cittadini che in quella banca avevano depositato i loro risparmi. Queste nuove norme sono definite bail in. Quindi: le banche saranno sempre salvate, ma non più con i soldi di tutti. Si utilizzeranno, invece, solo i soldi di quei poveri sfortunati che avevano rapporti con la banca fallita. In sostanza, pagano sempre i cittadini . Ecco perché:
· prima, pagavano tutti poco (perché pagava lo Stato), · dal 2016, con il bail in pagano solo pochi, ma moltissimo (fino al punto di perdere tutti i loro risparmi).
Solo per i depositi il prelievo per salvare le banche sarà effettuato per le somme di importo superiore ai 100.000 euro.
Io non possiedo più di 100.000 euro; che m’importa delbail in? Ti sbagli, ti importa. Con il bail in, neanche chi ha meno di 100.000 euro può star tranquillo.
· Oggi il limite è di 100.000 euro, ma nessuno vieta che, di notte, possa essere ridotto o eliminato del tutto; ormai sappiamo che il Neoliberismo agisce in silenzio e colpisce all’improvviso. È già successo a Cipro, dove le banche, su disposizione dell’Unione Europea, senza preavviso e in prossimità di una festa nazionale, hanno chiuso gli sportelli, bloccato i bancomat e applicato un prelievo forzoso su tutti i conti correnti, anche su quelli di importo inferiore ai 100.000 euro. · Le imprese detengono liquidità superiore a 100.000 euro che serve per produrre e per pagare i dipendenti e i fornitori; se tu o un tuo parente siete dipendenti o fornitori di questa impresa, sarete messi sul lastrico. · Se le somme che si trovano sul tuo conto erano accantonate per pagare le tasse, all’Agenzia delle Entrate non importerà se le hai perse a causa del bail in ed esigerà comunque il pagamento. * Con il bail in, nessun risparmiatore può stare sereno , neanche chi ha meno di 100.000 euro. La garanzia sui depositi fino a 100.000 euro può “svanire” all’improvviso. E anche chi non ha soldi deve preoccuparsi del bail in perché è una dimostrazione di cosa il Neoliberismo è capace di fare. Oggi sui risparmi; e domani…?
È giusto che paghino sempre i cittadini? No. Se una banca fallisce, deve pagare chi aveva il potere e l’obbligo di vigilare, e non l’incolpevole risparmiatore che non ha alcun potere. Lo impone la legge (e la logica). Tratteremo questo argomento, con l’attenzione che merita, nella Riunione n. 8.
E la grande finanza, anch’essa rischia di perdere oppure o no? No. La grande finanza può essere esclusa quando, coinvolgendola nelle perdite, si potrebbe creare un rischio per la stabilità finanziaria(24) Il che, se si guarda al passato, significa che può essere esclusa sempre. Quindi, ancora una volta, la grande finanza può combinare guai e non pagare pegno. Si tratta del solito “potere di eccezione” che il Neoliberismo riserva a chi detiene la supremazia. Si dice: la regola è questa. Tu cittadino (o Stato debole) devi osservarla ma io, che detengo il potere, posso infrangerla o lasciarla violare a mio piacimento.
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Cosa s’intende per finanza speculativa? S’intende quella finanza che, invece di finanziare l’economia reale (cittadini, imprese, ecc.), utilizza i soldi per produrre soldi (e non beni e servizi) con operazioni ad alto rischio.
Ma ognuno, con i suoi soldi, non può fare ciò che vuole? Certo, ma i soldi devono essere suoi, non degli altri. E se sbaglia la sua speculazione, deve pagare lui e non lo Stato (cioè noi). Com’è possibile speculare senza avere i soldi? È possibile. Utilizzando la Leva Finanziaria si può speculare anche senza avere soldi propri, utilizzando i soldi degli altri.
Leva Finanziaria? Ci sembra un termine difficile. Si può spiegare con parole semplici? Sì, proviamo a farlo. La Leva Finanziaria è la possibilità di realizzare un investimento con una parte di capitali propri e un’altra parte garantita da altri, per cercare di aumentare così i profitti dell’operazione. Facciamo un esempio: i o possiedo solo 1.000 euro, ma voglio fare una speculazione di 10.000 euro. Qualcuno dirà: non è possibile. E invece è possibile. Ecco come: mi procuro una garanzia (chi opera sui mercati finanziari può farlo facilmente) per i 9.000 euro che non ho, e faccio un’operazione da 10.000 euro dalla quale ricavo un utile del 30%, vale a dire 3.000 euro. * In pochi giorni, i miei 1.000 euro sono diventati 3.000 euro . L’investimento nell’economia reale non potrebbe mai dare tali risultati. Questo spiega perché i soldi abbandonano l’economia reale e vanno verso la finanza. Abbiamo fatto un esempio di leva 1 a 10 (ho 1.000 euro e opero con 10.000 euro). Ma si può operare con leve molto più alte, ad esempio 1 a 200 (io ho 1.000 euro e opero con 200.000 euro).
Queste operazioni speculative vanno sempre bene o possono andar male? L’esito dell’operazione, ovviamente, è incerto. Riprendiamo il precedente esempio e vediamo cosa può succedere. Io, investendo solo 1.000 euro, faccio una speculazione di 10.000 euro.
· Se l’operazione va bene, ho guadagnato 3.000 euro; pago un modesto compenso a chi mi ha garantito per i 9.000 euro che non avevo, festeggio con gli amici e avvio una nuova operazione speculativa. · Se l’operazione va male, perdo i miei 1.000 euro e devo rimborsare chi mi ha dato la garanzia per i 9.000 euro che non avevo.
E se l’operazione va male e lo speculatore non ha i soldi per rimborsare chi gli ha dato la garanzia, cosa succede? Per rispondere a questa domanda occorre distinguere due tipologie di speculatore. · Ipotesi A . Io, speculatore, non sono una banca. I n questo caso chi mi ha garantito i 9.000 euro che non avevo mi pignora ciò che possiedo per recuperare il suo credito. · Ipotesi B . Io, speculatore, sono una banca. Nessun problema. Ecco perché. Prima del bail in: lo Stato interveniva con i soldi pubblici e mi salvava. Dopo il bail in: lo Stato costringe i risparmiatori a salvarmi.
Quindi: · chi non è una banca, gode gli utili ma, se perde, paga lui; · chi è una banca gode gli utili ma, se perde, pagano i cittadini. Ma voi avete un’a vversione verso le banche? No . Non si deve avere avversione verso le banche. Esse svolgono un ruolo utilissimo per l’economia. Si deve avere avversione verso il Neoliberismo, che ha consentito alle banche di “trasformarsi” da strumenti per risolvere i problemi dei cittadini in problema esse stesse, costringendo i cittadini a farsene carico.
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Sentiamo spesso parlare di derivati. Cosa sono? Cerchiamo di spiegarlo. I derivati nascono come strumenti al servizio dell’economia reale. Sono una sorta di assicurazione contro i rischi legati all’aumento dei prezzi, ad esempio quelli delle materie prime. Ecco un esempio. Io sono un produttore di pasta e, per programmare la mia attività aziendale, voglio garantirmi che il prezzo del grano, quando dovrò acquistarlo, non sarà superiore a 100 euro. Cosa posso fare? Posso stipulare “un’assicurazione” sul prezzo del grano con una società che rende questi servizi e che, di solito, è una banca. Questa “assicurazione” si chiama derivato. L’assicurazione funzionerà così. Io produttore pago alla società di assicurazione (alla banca) la somma pattuita (una sorta di “premio assicurativo”), al fine di tutelarmi qualora il prezzo del grano aumenti oltre i 100 euro. Poi:
· Se il prezzo del grano rimarrà al di sotto dei 100 euro, la banca non dovrà corrispondermi nulla e incasserà il “premio assicurativo” da me pagato. · Se il prezzo del grano salirà al di sopra dei 100 euro, la banca mi pagherà la differenza fra i 100 euro che ho programmato di spendere e il prezzo che ha il grano nel momento in cui lo devo acquistare.
Io produttore di pasta, pagando un modesto “premio assicurativo”, avrò la certezza che il grano non mi costerà mai più di 100 euro. Abbiamo fatto l’esempio del grano, ma qualsiasi produttore di beni può garantirsi di poter acquistare la materia prima che gli serve per la sua produzione a un prezzo prestabilito.
I derivati, così descritti, sembrano utili all’economia reale. Perché spesso se ne parla male e li si accosta alla speculazione finanziaria? Perché se ne fa un uso distorto. La finanza, infatti, utilizza questi strumenti per speculare. L’uso dei derivati è consentito a tutti:
· non solo agli imprenditori (che li utilizzano per garantire la produzione); · ma anche a qualsiasi soggetto che non ha alcuna intenzione di produrre e li adopera solo per speculare.
L’utilizzo dei derivati è consentito non solo al pastificio che deve acquistare il grano, ma a chiunque voglia speculare sul prezzo del grano e non ha la minima intenzione di comprarlo. L a finanza ha trasformato i derivati da strumenti utili all’economia, in strumenti destabilizzanti non solo per l’economia stessa, ma anche per gli Stati.
Quindi, l’uso distorto dei derivati ha un effetto destabilizzante? Certo e non solo per l’economia, ma anche per gli Stati. Il libero uso dei derivati ha creato una “sala scommesse” internazionale: un gioco globale nel quale la finanza può scommettere su tutto, non solo sulle materie prime, ma persino sulla mortalità infantile in un determinato Paese e sui titoli di uno Stato sovrano determinandone il valore al rialzo o al ribasso.
Quali effetti ha l’uso distorto dei derivati? Ha un effetto destabilizzante per le economie mondiali, per i seguenti motivi:
· Se avviene sulle materie prime, la conseguenza è che se ne falsano i prezzi sui mercati reali. Talvolta, sui mercati finanziari il valore virtuale delle materie prime diventa maggiore del valore reale, fino al punto che il commercio, e persino le produzioni, si orientano in funzione dell’andamento dei derivati, con grave danno per i consumatori. Un esempio: ogni giorno, nei mercati reali, circolano solo 80 milioni di barili di petrolio, mentre nei mercati virtuali(25) se ne scambiano più di 900 milioni. Oltre dieci volte in più. · Se avviene sugli alimenti, è ancora più grave: i prodotti alimentari sono acquistati dagli speculatori che sperano di rivenderli a prezzi più elevati. Ma questa domanda aggiuntiva a solo scopo speculativo si somma alla domanda reale, facendo schizzare in alto i prezzi dei prodotti. * I neoliberisti sostengono che i prezzi vengono stabiliti dal libero mercato dove si incontrano produttori e consumatori, ma abbiamo visto che non è vero. Il soggetto che fissa i prezzi è la finanza e non il mercato.
La produzione di alimenti è importante per la sovranità di un Paese? Sì, certo. Se un Paese non produce ciò che serve per dar da mangiare ai suoi abitanti, è debole e deve importare dall’estero gli alimenti. In una situazione di emergenza, un Paese può rinunciare a importare molti prodotti; si sopravvive, male, ma si sopravvive. Ma non può certo rinunciare al cibo; senza cibo, si muore. È importante tutelare i nostri agricoltori, allevatori e pescatori danneggiati dalle politiche neoliberiste, e far sì che almeno in tema di alimenti l’Italia non debba dipendere dall’estero.
Potete dirci qualcosa sulla Borsa? La Borsa nacque per uno scopo nobile: permettere alle aziende di finanziarsi (alternativamente al ricorso alle banche) accedendo direttamente ai risparmi dei cittadini che volevano investire nell’economia reale, al fine di ottenere un buon rendimento. Inizialmente, in Borsa si scambiavano solo azioni e obbligazioni. Poi le cose cambiarono e della Borsa, come di altri strumenti, si cominciò a fare un uso distorto.
Avete parlato di azioni e obbligazioni. Potete ricordarci qual è la differenza? La differenza è molto importante.
· Se investo in un’azione, divento socio dell’impresa: se l’impresa va male, non ottengo guadagni e posso persino perdere i miei soldi. · Se investo in un’obbligazione, non divento socio ma creditore dell’impresa; se questa va male, deve comunque restituirmi il denaro con gli interessi pattuiti.
Questa differenza è importante anche in caso di fallimento, perché: · se ho investito in azioni, perdo tutto; · se invece ho investito in obbligazioni posso sperare di riavere, anche in parte, i miei soldi ( questa spiegazione è riferita solo alle obbligazioni ordinarie; le spiegazioni relative alle obbligazioni derivate le abbiamo date, in questa Riunione al punto 4.4) .
Continuiamo il discorso sulle Borse; cosa si scambia oggi sui mercati finanziari? In origine si scambiavano solo azioni e obbligazioni. Poi le Borse divennero il luogo per la compravendita, non solo di azioni e obbligazioni, ma anche di una miriade di strumenti finanziari molto rischiosi, compresi i derivati di cui abbiamo parlato prima. La libertà di operare in Borsa, oggi, è quasi assoluta. Ed è consentito vendere anche ciò che non si possiede.
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Com’è possibile vendere in Borsa ciò che non si possiede? È possibile, utilizzando la vendita allo scoperto. Un esempio: io vendo oggi a Tizio, al prezzo di 100 euro, un titolo che non ho (quindi, vendo allo scoperto) e prometto di consegnarglielo per una certa data, ad esempio dopo una settimana. Perché lo faccio? Perché spero (o, peggio, posso fare in modo) che il prezzo del titolo scenda. E se questo fra una settimana diminuisce, poniamo a 90 euro, io compro il titolo a 90 euro, lo consegno a Tizio, che mi paga 100 euro e guadagno 10 euro. Una vera e propria scommessa. Spesso, peraltro, gli scommettitori/venditori non hanno i soldi per comprare il titolo e consegnarlo allo scommettitore/compratore: si limitano a pagare la differenza di prezzo (cioè 10 euro) a chi ha vinto la scommessa. Le Borse oggi sono diventate dei veri e propri casinò .
Queste scommesse danneggiano solo chi scommette o danneggiano anche i cittadini? Danneggiano anche i cittadini perché, proprio a causa di queste, il valore dei titoli oscilla sul mercato e, se si tratta di titoli del Debito Pubblico, influisce sugli interessi da corrispondere ai mercati sulle nuove emissioni. Quindi, i cittadini pagheranno più tasse per pagare i maggiori interessi.
Speculando sul Debito Pubblico, si possono costringere i governi a fare ciò che vuole la finanza? Sì, proprio così. La finanza può danneggiare l’economia reale e persino mettere in ginocchio uno Stato e dare “ordini” a un governo. E le Agenzie di rating svolgono un ruolo importante in queste vicende.
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU E le Agenzie di rating? Cosa sono e che ruolo svolgono in queste vicende? Un’Agenzia di rating è un ente che assegna una valutazione, il rating appunto, sulla solvibilità di un ente che emette un Titolo. Lo Stato italiano, ad esempio, emette Titoli del Debito Pubblico e le Agenzie di rating, periodicamente, assegnano un “punteggio” alla capacità dello Stato di far fronte al pagamento del Debito. Tale valutazione può essere elevatissima o bassissima. Ogni Agenzia di rating ha una propria scala di punteggi. A livello mondiale le principali Agenzie sono tre: Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch. Per tutte e tre, il miglior punteggio è la “tripla A”, mentre il peggiore è “D” per Standard & Poor’s e Fitch ed è “C” per Moody’s.
Questo “punteggio”, che si chiamarating, è importante? È molto importante; infatti per legge molti fondi istituzionali non possono acquistare titoli che hanno un “punteggio” basso. Il rating incide pesantemente sul valore dei Titoli , sugli interessi delle nuove emissioni e sulle garanzie che le banche danno alla BCE.
Dato che questa valutazione è così importante, suppongo che le Agenzie di rating siano di proprietà di istituzioni pubbliche, affidabili e indipendenti. È così? Non è così. Le Agenzie di rating danno giudizi che incidono sui Titoli del Debito di un Paese, ma sono di proprietà privata (società d’investimento, banche, gestori, grandi capitalisti, fondi speculativi, ecc.). Assegnano patenti agli Stati, facendo crescere i costi di gestione (gli interessi) del loro Debito Pubblico, però nulla vieta che i proprietari delle Agenzie speculino sul Debito degli Stati. * Le Agenzie di rating sono di proprietà privata: quindi, soggetti che possono scommettere sui Titoli sono anche proprietari delle Agenzie che danno la valutazione ai Titoli sui quali si scommette.
Ma almeno queste Agenzie si comportano correttamente? Molti ne dubitano. Contro alcune sono stati avviati procedimenti penali. Ad esempio, su richiesta della Procura della Repubblica di Trani, il GUP ha rinviato a giudizio manager e analisti di Standard & Poor’s e Fitch per aver diffuso informazioni distorte sull’affidabilità del nostro Debito Pubblico, causando un danno ai cittadini italiani che hanno dovuto pagare maggiori interessi(26). Il Tribunale li ha assolti; in caso di Appello, si vedrà. E la Corte dei Conti ha aperto un’istruttoria, poi chiusa, nei confronti di Standard & Poor’s, per verificare se questa Agenzia ha valutato correttamente il patrimonio italiano(27).
Oltre ai procedimenti penali, ci sono altri episodi che hanno fatto sospettare un uso sbagliato del potere attribuito alle Agenzie di rating ? Sì, basti ricordare alcuni esempi. Lehman Brothers e Parmalat godevano di eccellenti valutazioni (rating) e i risparmiatori compravano serenamente i loro titoli. Dopo pochi giorni, entrambe hanno dichiarato fallimento e i risparmiatori, che si erano fidati delle Agenzie di rating, sono rimasti a bocca asciutta. Pensate che fino alla sera precedente il fallimento, Lehman Brothers godeva di uno dei massimi punteggi di rating(28).
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Come incidono i giudizi delle Agenzie di rating sul valore dei Titoli di Stato? Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima spiegare la differenza fra mercato primario e mercato secondario dei Titoli di Stato.
· Il mercato primario. Può definirsi, per semplificare, un “mercato all’ingrosso”. Lo Stato effettua delle aste alle quali partecipano solo grandi investitori. Vi si possono comprare solo quei determinati Titoli venduti in quell’asta. · Il mercato secondario. Può essere definito, un “mercato al dettaglio”. Chi ha acquistato i Titoli sul mercato primario può poi venderli nel mercato secondario, dove si possono trovare tutti i Titoli emessi in passato (a venti, a dieci, a cinque anni, ecc.).
Ed eccoci alla risposta: come incide ilrating
· Sul mercato primario: se il rating è basso, lo Stato è costretto ad aumentare gli interessi sui Titoli che vende all’asta, con grave danno per i cittadini che vedranno aumentare il Debito Pubblico. · Sul mercato secondario: se il rating è basso, e io ho comprato un titolo a 100 euro e voglio venderlo, potrei doverlo vendere a un prezzo inferiore, ad esempio a 98 euro. In sintesi: un rating basso danneggia sia lo Stato (che, sul mercato primario, deve emettere nuovi Titoli), sia il risparmiatore (che ha un Titolo e vuole venderlo prima della sua scadenza sul mercato secondario).
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Cos’è lospread? Il termine inglese spread significa differenza. Viene utilizzato in materia di finanza per confrontare due titoli della stessa natura. Quando ci si riferisce ai Titoli del Debito Pubblico, lo spread indica la differenza fra il rendimento dei Titoli del Debito Pubblico tedesco, il Bund (che è considerato molto affidabile), e il titolo del Debito Pubblico di un altro Paese. Un esempio, riferito al BTP, che è un Titolo del Debito Pubblico italiano:
· se la Germania sul Bund decennale paga un interesse dell’1% · e l’Italia sul BTP decennale paga un interesse del 3%,
la differenza di rendimento è il 2% e lo spread sarà di 200 punti base. Nel gergo finanziario ogni punto percentuale equivale, infatti, a 100 punti base.
Perché si parla tanto dellospread? Perché è l’arma più potente che hanno in mano i mercati finanziari per darci “ordini” con la minaccia di farlo aumentare e, quindi, costringerci a pagare interessi più alti per rifinanziare il nostro Debito.
L’Italia può difendersi dallo spread e dall’attacco dei mercati? Certo, può e deve farlo, disarmando la finanza senza aumentare le tasse e senza imporre sacrifici ai cittadini. Se l’Italia non provvede subito a disarmare la finanza, nessuna riforma potrà mai produrre effetti decisivi. * Nella Parte seconda di questo Vademecum vedremo come possiamo rendere inoffensiva questa arma che la finanza tiene puntata alla nostra tempia.
Se io tengo il Titolo italiano fino alla sua scadenza, posso infischiarmene dello spread? Certo, lo Stato ti rimborserà quanto promesso, indipendentemente dallo spread e dal valore che i titoli hanno sul mercato secondario.
Chi contribuisce a far crescere o diminuire lospread? Non lo immaginate? I soliti noti: le Agenzie di rating, le banche, la finanza.
Tutto ciò mi sembra una “roba da matti”; non è così? Eh, no; i neoliberisti non sono matti, sono invece estremamente intelligenti. I matti siamo noi se non ci impegniamo per far cambiare le cose.
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU Ho sentito parlare di un Manifesto degli economisti sgomenti. Ne sapete qualcosa? Come hai fatto a sentirne parlare? Noi non abbiamo sentito i grandi media parlarne. Eppure è un documento importante e reca firme prestigiose.
Perché non se ne parla? Perché si discute sempre dentro il “recinto” tracciato dal Neoliberismo. * Questo Manifesto , scardina le dieci false certezze del Neoliberismo ed esprime il pensiero di migliaia di economisti , dei quali non si può certo dire che siano “persone ignoranti o disinformate”, come fa qualche neoliberista con coloro che lo criticano.
Quali sono i dieci punti del Manifesto degli economisti sgomenti che svelano le falsità propinate dagli economisti neoliberisti che dominano l’UE? Ecco i dieci punti:
· Non è vero che i mercati finanziari sono efficienti. · Non è vero che i mercati finanziari favoriscono la crescita economica. · Non è vero che valutano correttamente la solvibilità degli Stati. · Non è vero che l’aumento del Debito è frutto di una spesa eccessiva. · Non è vero che è necessario tagliare la spesa per ridurre il Debito. · Non è vero che il Debito scarica il peso dei nostri eccessi sui nostri nipoti. · Non è vero che bisogna rassicurare i mercati per finanziare il Debito. · Non è vero che l’Unione Europea difende il modello sociale europeo. · Non è vero che l’Euro è uno scudo contro la crisi. · Non è vero che la crisi greca ha portato a un più forte governo dell’UE.
Questo Manifesto è stato firmato da oltre 700 economisti e ha già superato 9.000 firme. Chi vuole leggerlo, nelle note trova il link al testo originale in francese e il link alla trad uzione italiana(29).
Seguendo questa Parte prima ci siamo indignati. Com’è possibile che tutto ciò sia avvenuto senza che i cittadini capissero? È possibile perché la finanza non aveva, e non ha, alcun interesse a far discutere su questi temi; e, come abbiamo detto, è lei che comanda! Si è applicata questa regola: discutete di tutto ciò che volete, ma sempre dentro un recinto, senza mai alzare lo sguardo.
Noi cittadini cosa possiamo fare? Lo abbiamo già detto nella Riunione n. 2. Occorre organizzare i Gruppi di Sostegno al Lavoro Minimo Garantito (spiegheremo come fare nella Riunione n. 9). Ma ci vuole anche un Progetto attuabile subito senza attendere la modifica dei Trattati. Noi mettiamo a vostra disposizione il nostro Progetto , che illustreremo nella Parte seconda del Vademecum ma, ovviamente, potete utilizzare qualsiasi altro Progetto che raggiunga gli stessi obiettivi.
Il vostro Progetto può cambiare il sistema finanziario che ci avete descritto? No. * Il nostro Progetto può, nell’ambito di questo sistema finanziario, attivare strumenti che assicurino un lavoro a tutti e crearne altri che consentano di “difenderci” dalla finanza, senza violare i Trattati UE. Si tratta di strumenti che non possono certo abbattere il Neoliberismo (per farlo occorrerebbe modificare i Trattati europei), ma si propongono di:
· Cercare un equilibrio fra l’aggressività delle politiche neoliberiste e il diritto al lavoro. · Cercare anche un equilibrio fra le esigenze di chi vuole restare nell’Euro, di chi vuole uscirne e di chi è indeciso.
Un’ultima domanda: perché, in questa Parte prima del Vademecum ci avete propinato t utte queste informazioni su banche, Debito Pubblico e finanza? Perché è importante conoscerle e perché risulteranno utili per comprendere il Progetto che vi illustreremo.
Per navigare scorri la pagina o TORNA SU a. Il Neoliberismo ha eliminato la netta distinzione fra Banche Commerciali e Banche d’Affari che tutelava i risparmiatori; come conseguenza, oggi, le Banche Commerciali possono liberamente speculare invece di prestare i soldi a famiglie e imprese.
b. Se il Neoliberismo può, all’improvviso, privarci oggi dei nostri risparmi, in futuro potrà farci di tutto. Non possiamo star fermi a guardare.
c. Il Neoliberismo ha dato a banche e finanza il potere di creare denaro e la libertà di farne quel che vogliono, negando, come dice anche il Papa, «il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la tutela del bene comune » (EG 56). d. Tramite il sistema bancario ombra, le banche possono violare le regole cui sono soggette.
e. Le istituzioni dell’UE non sanno quanto è costato salvare le banche. La difformità dei dati che hanno diffuso non è certo rassicurante per i cittadini europei, le cui vite sono governate da queste istituzioni.
f. Perché le banche sono state salvate senza imporre loro nessuna condizione? Se lo chiedono i cittadini (e anche il Papa).
g. Oggi, con il bail in, le banche saranno sempre salvate, non più con i soldi di tutti, ma con quelli degli sfortunati risparmiatori che avevano rapporti con la banca fallita. Quindi, sempre con i soldi dei cittadini.
h. Con il bail in neanche chi ha meno di 100.000 euro può star tranquillo. La garanzia dei depositi fino a 100.000 euro può svanire all’improvviso .
i. Se una banca fallisce deve pagare chi aveva il potere e l’obbligo di vigilare e non l’incolpevole risparmiatore che non ha alcun potere. Lo impone la legge (e la logica).
j. Con la Leva Finanziaria, l a finanza può speculare anche senza avere soldi propri utilizzando quelli degli altri.
k. Non si deve avere avversione verso le banche. Esse svolgono un ruolo utilissimo per l’economia. Si deve avere avversione verso il Neoliberismo, che ha consentito alle banche di “trasformarsi” da strumenti per risolvere i problemi dei cittadini in problema esse stesse.
l. L a finanza ha trasformato i derivati da strumenti utili all’economia, in strumenti destabilizzanti non solo per l’economia stessa, ma anche per gli Stati.
m. La libertà di operare in Borsa, oggi è quasi assoluta; è consentito vendere anche ciò che non si possiede tramite la vendita allo scoperto.
n. La finanza, lasciata libera di fare ciò che vuole, può danneggiare l’economia reale e persino dare “ordini” agli Stati, speculando sul loro Debito Pubblico.
o. Le Agenzie di rating danno giudizi sui Titoli del Debito di un Paese, ma sono di proprietà privata ( banche, fondi speculativi, ecc.). Soggetti che possono scommettere sui Titoli sono anche proprietari delle Agenzie che danno le valutazioni ai Titoli stessi. I giudizi delle Agenzie di rating determinano il valore dei Titoli di Stato e il costo degli interessi.
p L’I talia può difendersi dallo spread e dall’attacco dei mercati senza aumentare le tasse e senza imporre sacrifici ai cittadini.
q. Non si è mai portato a conoscenza del grande pubblico il Manifesto degli economisti sgomenti , che scardina le dieci false certezze del Neoliberismo e vanta migliaia di importanti sottoscrizioni.
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Fine della Riunione n. 4 |
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