Dare un lavoro a tutti

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INDICE GENERALE (tutti i testi del Vademecum)

PER CRITICARE (per chi ritiene il Progetto non attuabile)

PER COLLABORARE (per chi vuol far parte del Comitato Scientifico)

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Riunione n. 6

L’Azienda dei Cittadini (ADECI) e il Progetto lavoro, casa e investimenti

Creare lavoro direttamente e subito

  1. Quanti soldi servono per realizzare questo Progetto e come trovarli

  2. Perché, per trovare i soldi , è meglio utilizzare il nostro Piano Finanziario

  3. Perché creare lavoro è importante per tutti, e non solo per i disoccupati

  4. L’Articolo 1 del nostro Progetto di Legge. L’ADECI

  5. Un “datore di lavoro di ultima istanza” per tutti coloro che non hanno un lavoro

  6. Pagati gli stipendi ai lavoratori, resteranno disponibili 40 miliardi di euro annui da utilizzare per ridurre le imposte e fare investimenti

  7. La logica che ispira il nostro Progetto: in cosa differisce dal modello neoliberista e da quello keynesiano

  8. Questo Progetto di Legge crea un Paracadute e un Trampolino di lancio

  9. L’Azienda dei Cittadini non dipenderà dalla politica e l’idea dei cittadini proprietari potrebbe essere applicata anche ad altri settori

  10. Cosa potranno fare i dipendenti dell’Azienda dei Cittadini. I vantaggi per loro e per l’economia

  11. Perché creare lavoro è utile alle persone: dodici motivi

  12. Perché creare lavoro è utile al Sistema Paese: ventiquattro motivi

  13. Il “prezzo occulto” dei prodotti provenienti dall’estero

  14. È più utile creare nuovi posti di lavoro o detassare il costo del lavoro?

Creare ulteriore lavoro (e ricchezza) utilizzando gli immobili

  1. Creare ulteriore lavoro detassando e valorizzando gli immobili con uno strumento innovativo: l’imposta patrimoniale differenziata in base all’uso (un’imposta che riduce le imposte)

  2. Eliminare le imposte su tutti gli immobili non è un regalo ai “ricchi”, ma serve a creare ulteriore lavoro e aumentare la ricchezza e l’affidabilità dell’Italia

  3. Occorre mobilitare gli immobili e trasformarli in capitale circolante

  4. Oggi l’imposta patrimoniale sugli immobili è oltre cinque volte superiore a quella sui patrimoni finanziari

  5. La “schiavitù” civile, fiscale e penale di chi ha un immobile degradato e invendibile

  6. Il nostro Progetto non prevede di “tartassare” i patrimoni finanziari , ma applica anche a essi l’imposta patrimoniale differenziata in base all’uso ( l’imposta che consente di ridurre le imposte)

  7. Globalizzazione e delocalizzazione stanno distruggendo il lavoro in Italia. Cosa possiamo fare per difenderci, senza violare i Trattati

  8. Si possono fare campagne informative per far conoscere ai consumatori il “prezzo occulto” dei prodotti esteri?

  9. I punti salienti

6.1

Quanti soldi servono per realizzare questo Progetto e come trovarli

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Creare lavoro direttamente e subito

 

Diteci: con il vostro Progetto, si “abbatte” il Neoliberismo?

Purtroppo no.

Il nostro Progetto si deve muovere dentro il recinto delle norme europee . Per abbattere il Neoliberismo occorrerebbe modificare i Trattati.

Però il nostro Progetto consente di dare a tutti un Lavoro Minimo Garantito, di ridurre le imposte e di investire, in attesa della indispensabile modifica dei Trattati.

 

Quanti soldi si investirebbero con il vostro Progetto?

Senza violare i Trattati europei e senza aumentare le imposte, contiamo di impiegare le seguenti somme:

 

·         36 miliardi annui, per dar lavoro a 4 milioni di persone;

·         24 miliardi annui, per detassare tutti gli immobili;

·         16 miliardi annui per fare investimenti sul territorio;

 

per un totale di 76 miliardi annui.

 

Queste destinazioni non saranno rigide, ma “elastiche”. Se diminuisce il numero dei lavoratori assunti, potranno, ad esempio, aumentare gli investimenti e viceversa.

Se necessario, quindi, in casi eccezionali, rinunciando agli investimenti e contraendo altre spese, si potrebbe dar lavoro persino a oltre 8 milioni di persone .

 

Ci sembrate dei pazzi da legare; come pensate di trovare 76 miliardi annui senza aumentare le imposte o il Debito e senza uscire dall’Euro?

Aspettate; prima di legarci, leggete il Vademecum fino alla fine. Ci legherete dopo. Ricordate che per salvare le Banche europee abbiamo messo mano al portafoglio per migliaia di miliardi? Ne avevamo parlato nella Riunione n. 4. Ciò dimostra che quando si vuole, si può.

Ma con il nostro Progetto non dovremo mettere mano al portafoglio.

Anzi, avremo ulteriori importanti benefici. Nella Riunione n. 7 illustreremo il Piano Finanziario, che consente di trovare i soldi senza arrecare nessun danno ai cittadini. Ma prima parliamo qui di ciò che proponiamo di fare.

 

Vedremo. Ma subito una domanda: se si vuole soltanto creare lavoro – senza fare investimenti e senza ridurre le imposte – bastano solo 36 miliardi annui?

Sì, proprio così. La somma necessaria per dar lavoro a 4 milioni di persone è appunto di 36 miliardi ogni anno. Somma che può essere reperita:

 

·         con il nostro Piano Finanziario,

·         oppure, nell’ambito del bilancio dello Stato, riqualificando la spesa o persino con una tassazione di scopo che sarà utile a tutti i cittadini; vedremo, infatti, che se anche i disoccupatiavessero un lavoro, ne trarrebbe beneficio anche chi il lavoro ce l’ha già (e lo Stato recupererebbe con le imposte gran parte delle somme spese).

 

Ma, ovviamente, è preferibile utilizzare il nostro Piano Finanziario.

 

 

6.2

Perché, per trovare i soldi, è meglio utilizzare il nostro Piano Finanziario

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Perché, per trovare i soldi, è preferibile utilizzare il vostro Piano Finanziario?

Perché oltre a trovare i soldi per dar lavoro a 4 milioni di persone consente anche di reperire ulteriori somme per:

 

·         fare investimenti,

·         ridurre le imposte,

·         mettere al sicuro il nostro Debito Pubblico,

·         liberarci dal ricatto dei mercati finanziari.

 

E se il vostro Piano Finanziario non funziona, come si dà lavoro alle persone?

Lo abbiamo detto: per dar lavoro a 4 milioni di persone bastano 36 miliardi annui. Se il nostro Piano Finanziario non funziona, queste somme potranno essere reperite in altri modi.

Ma il nostro Piano funziona: occorre solo la volontà di attuarlo.

 

 

6.3

Perché creare lavoro è importante per tutti, e non solo per i disoccupati

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Perché dite che creare lavoro è importante per tutti? Non è utile solo ai disoccupati?

No. Creare lavoro non è importante solo per i disoccupati, ma è importante per tutti i cittadini: per le persone e per il Sistema Paese . In particolare

 

·         in relazione alle persone, è utile a: disoccupati, dipendenti pubblici e privati, imprese, lavoratori autonomi e professionisti, pensionati e a chi vorrebbe andare in pensione ma non può. E ancora ai genitori, ai figli (quelli già nati e quelli che non si fanno nascere), ai nonni e a tutti i cittadini (escludendo, ovviamente, chi vive di finanza).

·         in relazione alSistema Paese, è utile:

 

·         alla sicurezza dei cittadini – compromessa anche dal degrado del territorio – e all’ordine pubblico;

·         al rilancio dei consumi e alla nascita di nuove politiche di sviluppo, quindi – in ultima analisi – al rilancio dell’economia;

·         a un lecito sostegno alle imprese italiane;

·         a fini etici e giuridici;

·         al mercato del lavoro e al sistema sanitario, ma anche a velocizzare la giustizia e promuovere la ricerca;

·         alla riduzione delle imposte;

·         ai bilanci dei Comuni e ai Sindaci, per dar risposta a chi chiede un lavoro e mettere in sicurezza il territorio;

·         a dare una casa a chi non ce l’ha;

·         alla promozione del turismo e dei prodotti italiani, in Italia e all’estero

·         a migliorare il rapporto Debito/PIL, valorizzando la ricchezza e l’affidabilità del nostro Paese;

·         a rafforzare il modello democratico;

·         ai proprietari di immobili e a coloro che li prendono in locazione;

·         al miglioramento dell’efficienza del sistema bancario;

·         a contribuire alla soluzione del problema “migranti”.

* Assicurare un Lavoro Minimo Garantito a tutti i cittadini che non ce l’hanno porterà fiducia e serenità nelle famiglie, benessere nei conti pubblici e rilancerà l’economia. Vedremo perché.

 

Intendiamo chiedervi più avanti, in modo dettagliato, perché la creazione di lavoro arrecherebbe un beneficio a quanto precedentemente elencato. Possiamo?

Sì, ma risponderemo alle vostre domande dopo aver illustrato il nostro Progetto; ci sembra più utile che ne conosciate il contenuto prima di porre le vostre domande.

 

 

6.4

L’A rticolo 1 del nostro Progetto di Legge. L’ADECI

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Perché, per illustrare le vostre proposte, utilizzate la forma della bozza di Testo di Legge?

Perché riteniamo che la soluzione di un problema, per avere credibilità, non debba limitarsi a esporre idee in un programma, ma contenere norme giuridiche “pronte all’uso” e indicare la relativa copertura finanziaria.

 

I programmi hanno i seguenti limiti:

 

·         possono generare speranze infondate, perché le risorse per attuarli mancano o sono inadeguate;

·         possono assumere, quando si trasformano in leggi, caratteristiche diverse rispetto a quelle che avevano quando erano semplici programmi.

 

Il Testo di Legge, invece , anche in forma di semplice bozza che il legislatore provvederà a rielaborare, consente a tutti cittadini di capire se ci sono o no le risorse per fare ciò che si promette, e di valutare esattamente l’impatto che le norme avranno sulla loro vita e su quella del Paese. Inoltre, se un Pr ogetto è presentato con la forma del Testo di Legge, i cittadini possono porre alla politica queste domande :

 

·         Visto che i soldi ci sono, perché non si approva questa legge?

·         Quali sono gli ostacoli che ne impediscono l’approvazione?

 

Il Testo di Legge, che vi presentiamo in bozza, si compone di due articoli. L’articolo 1, lo esamineremo in questa Riunione n. 6 mentre l’articolo 2 verrà analizzato nella prossima Riunione n. 7 (Piano Finanziario).

 

 

Articolo 1 della bozza del Progetto di legge lavoro, casa e investimenti

 

Comma 1

Allo scopo di contrastare la disoccupazione e garantire un livello di vita dignitoso ai cittadini, sarà costituita un’Azienda dei Cittadini, denominata con l’acronimo ADECI che si occuperà, fra l’altro, di lavoro, casa e investimenti. L’Azienda dei Cittadini, in convenzione con lo Stato, avrà il compito di promuovere la piena occupazione e opererà come “datore di lavoro di ultima istanza”. In essa verranno assunti:

·         i lavoratori dipendenti licenziati, i disoccupati e i sotto-occupati;

·         i lavoratori autonomi e gli imprenditori, costretti dalla crisi a cessare o ridurre la loro attività.

L’Azienda dei Cittadini provvederà anche alla formazione e riqualificazione dei lavoratori assunti.

 

Comma 2

L’Azienda dei Cittadini potrà svolgere qualsiasi attività utile al Paese e ai suoi cittadini, anche su richiesta dei Sindaci dei Comuni italiani, di altre amministrazioni o di imprese private; a titolo esemplificativo e non esaustivo:

·         creazione di un corpo di un milione di agenti ausiliari da mettere a disposizione delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza dei cittadini;

·         avvio di attività in materia di economia verde, agricoltura, informatica, scuola, ricerca, edilizia popolare, valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano;

·         produzione e/o distribuzione di beni e servizi da destinare all’istruzione, alla ricerca, all’assistenza, alle fasce più deboli della popolazione, alla sicurezza, al controllo di qualità dei prodotti alimentari, alla lotta alla contraffazione, ecc.

·         utilizzo dei beni confiscati alle mafie o altri beni pubblici non proficuamente utilizzati;

·         promozione dell’acquisto dei prodotti italiani, anche utilizzando la Pubblicità Progresso;

·         monitoraggio, su tutto il territorio, dei risultati delle leggi che vengono approvate e di vigilanza sulla spesa pubblica;

·         raccolta di informazioni presso l’utenza al fine di proporre soluzioni volte a semplificare la legislazione e le procedure amministrative;

·         promozione del turismo e dei prodotti italiani all’estero;

·         censimento del patrimonio pubblico, anche al fine della creazione di un fondo patrimoniale che valorizzi e metta a reddito i beni pubblici;

·         ogni altra attività utile ai cittadini e al Paese.

 

Comma 3

L’Azienda dei Cittadini potrà stipulare contratti di associazione in partecipazione con imprese già operanti o di nuova costituzione  e stipulare contratti di somministrazione di lavoro che, se stipulati con strutture pubbliche (tribunali, scuole, università, istituti di ricerca, ecc.) saranno a titolo gratuito.

 

Comma 4

Ai lavoratori assunti sarà garantito un lavoro di 20 ore settimanali distribuite in cinque mezze giornate lavorative e sarà loro corrisposto un compenso di 8.400 euro annui, esente da imposte, contributi e oneri di qualsiasi genere.

I lavoratori, se lo richiedono, dovranno poter svolgere la loro attività entro un raggio di 50 chilometri dal loro luogo di residenza.

 

Comma 5

Nelle mezze giornate libere da impegni con l’Azienda dei Cittadini i lavoratori potranno svolgere qualsiasi altra attività come, ad esempio, avviare un’attività di lavoro autonomo o subordinato, studiare, avviare un’impresa, ecc.

 

Comma 6

L’Azienda dei Cittadini sarà costituita sotto forma di associazione riconosciuta, le quote sociali saranno di proprietà di tutti i cittadini, si acquisiranno automaticamente al raggiungimento della maggiore età e non saranno trasmissibili né per contratto né per successione.

I dirigenti dell’ADECI saranno eletti dai cittadini italiani titolari delle quote sociali utilizzando strumenti di voto, anche telematici, già consentiti dalla legge per l’elezione di vertici societari e non saranno consentite deleghe.

 

Comma 7

L’Azienda dei Cittadini rendiconterà on line l’attività svolta dal personale assunto con le relative qualifiche professionali, anche allo scopo di consentire alle imprese e ai cittadini in cerca di personale di richiederne l’assunzione.

Imprese e lavoratori autonomi potranno richiedere all’ADECI di mettere a loro disposizione, gratuitamente e per un periodo di tempo limitato, uno o più lavoratori allo scopo di formarli o di verificarne le competenze.

Se i lavoratori rifiuteranno tre offerte di lavoro compatibili con la loro qualifica professionale da svolgersi entro 50 chilometri dal loro luogo di residenza, potranno essere licenziati.

 

Comma 8

Stato e Regioni potranno affidare all’Azienda dei Cittadini compiti di formazione professionale, corrispondendole i relativi compensi, con l’onere di salvaguardare il personale assunto dagli enti di formazione.

Si potrà affidare all’ADECI la gestione degli ammortizzatori sociali, corrispondendole le somme già stanziate per questo scopo.

 

Comma 9

In ogni Comune sarà attivato, utilizzando il personale assunto dall’Azienda dei Cittadini, un ufficio di coordinamento che terrà i rapporti fra l’ADECI e il Comune per tutti i fini di cui alla presente legge (ad esempio disoccupati da assumere, trasferimento delle somme necessarie all’eliminazione di IMU e TASI, interventi di messa in sicurezza del territorio, ecc.).

 

Comma 10

I dirigenti dell’ADECI avranno l’obbligo di mettere a disposizione dei cittadini tutta la documentazione che verrà loro richiesta e di dedicare almeno 2 ore settimanali del loro tempo a interviste e conferenze stampa per dar conto della loro attività e dei risultati raggiunti e non potranno rifiutarsi di rispondere alle domande poste o di fornire i documenti richiesti.

 

Comma 11

All’Azienda dei Cittadini, soggetto privato, potrà essere affidato il compito di gestire il problema dei “migranti” con investimenti in Paesi, diversi dall’Italia, le cui leggi ammettono l’operatività di soggetti privati, ma non consentono ad altri Stati di operare sul loro territorio.

 

Comma 12

Le somme non utilizzate per la retribuzione dei lavoratori assunti saranno destinate ai seguenti scopi:

·         eliminazione di IMU e TASI, mediante trasferimento diretto ai Comuni delle somme che essi avrebbero dovuto riscuotere;

·         investimenti per la messa in sicurezza del territorio, della viabilità, dei beni pubblici e per l’edilizia sociale, per l’espropriazione e l’affidamento ai lavoratori licenziati di stabilimenti dismessi, ecc.

 

Comma 13

Saranno esentati da IMU e TASI tutti gli immobili destinati a soddisfare i bisogni primari dei proprietari e quelli che i proprietari non riescono a vendere o dare in locazione, traendone un corrispettivo da determinarsi sulla base del loro valore.

 

 

6.5

Un “datore di lavoro di ultima istanza” per tutti coloro che non hanno un lavoro

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Cosa significa che l’Azienda dei Cittadini sarà un “datore di lavoro di ultima istanza”?

Significa che quando una persona non riesce a trovare lavoro, un lavoro, anche per mezza giornata, deve darglielo l’Azienda dei Cittadini .

E non parliamo solo di diritto al lavoro, ma di diritto alla vita . Le persone, se non lavorano, non possono vivere.

L’Azienda dei Cittadini, operando come “datore di lavoro di ultima istanza”, darà sicurezza e serenità a tutti i cittadini e rilancerà l’economia.

 

Ma così non si crea quello che tutti chiamano uno “stipendificio”?

No. Si parla di “stipendificio” quando si pagano stipendi a persone che non fanno nulla. Ma i dipendenti dell’Azienda dei Cittadini lavoreranno e saranno utili a tutto il Paese. Continuate a leggere e lo scoprirete.

 

Perché suggerite il nome Azienda dei Cittadini per la struttura che proponete di creare?

Per sottolinearne l’assoluta indipendenza dalla politica e il ruolo che essa deve svolgere: dare ai cittadini la proprietà e la gestione di un organismo chiamato a tutelare i loro diritti fondamentali.

 

Vi chiediamo di fare un po’ di conti. Quanto si spenderebbe per gli stipendi dei lavoratori da assumere?

Lo abbiamo detto. Ogni lavoratore costerà 8.400 euro annui. Se si assumono 4 milioni di lavoratori il costo complessivo annuo sarà di 36 miliardi di euro.

Si tratta di somme ampiamente inferiori a quelle stanziate (circa 76 miliardi annui); ciò consentirà all’Azienda dei Cittadini, se necessario, di aumentare il numero dei lavoratori assunti e/o gli stipendi.

 

 

6.6

Pagati gli stipendi ai lavoratori, resteranno disponibili 40 miliardi di euro annui da utilizzare per ridurre le imposte e fare investimenti

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Quindi, tolti gli stipendi per i lavoratori, rimarranno a disposizione ancora 40 miliardi di euro annui?

Sì, i conti sono questi.

 

Come suggerite di impiegare questi 40 miliardi?

Suggeriamo di impiegarli nel modo seguente:

 

·         16 miliardi annui a investimenti,

·         24 miliardi annui per detassare gli immobili.

 

Perché 16 miliardi di euro annui agli investimenti : sull’esigenza di investire per mettere in sicurezza il territorio, la viabilità, i beni pubblici e di rilanciare l’edilizia sociale – anche mediante il recupero del patrimonio immobiliare fatiscente – non è necessario dare molte spiegazioni. Tutti sappiamo quanto è grave la mancanza di alloggi per i meno abbienti e quanto è importante mettere in sicurezza il territorio, allo scopo di salvare vite umane, innocenti vittime di dissesti più volte inutilmente segnalati.

Perché 24 miliardi di euro annui per detassare gli immobili : spiegheremo fra poco , al punto 6.15, perché la detassazione degli immobili – alle condizioni da noi suggerite – proteggerà il nostro Paese e creerà nuovi posti di lavoro.

 

Abbiamo capito: con queste norme si rilancia l’economia perché i soldi vanno direttamente ai cittadini e non alle banche. È così?

Sì. Occorre mettere i soldi in mano alle persone che non ne hanno e devono spenderli per vivere. Quando i soldi vanno alle banche e solo queste possono decidere a chi darli, difficilmente arrivano nelle tasche di imprese e cittadini e l’economia non migliora.

Negli ultimi anni la BCE ha immesso nel sistema masse di denaro enormi, oltre 1.000 miliardi di euro (fonte bilancio BCE) e non c’è stato un importante aumento dell’occupazione. Lo spread è sotto controllo, ma oltre 3 milioni di disoccupati sono sempre lì, ad aspettare di trovare un lavoro.

 

Il vostro Progetto serve solo a rilanciare l’economia?

Non solo. Il Progetto vuole occuparsi anzitutto delle persone che hanno diritto a una vita dignitosa e a guardare al futuro senza angoscia.

Il rilancio dell’economia sarà una conseguenza .

Ricordate? Lo abbiamo detto nella Riunione n. 1 parlando della “ricaduta favorevole” e della mano invisibile alla quale (se esiste) occorre affidare questo diverso, nobile compito.

 

 

6.7

La logica che ispira il nostro Progetto: in cosa differisce dal modello neoliberista e da quello keynesiano

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Che differenza c’è, per quanto riguarda il lavoro, fra il modello neoliberista, quello keynesiano e la logica che ispira il vostro Progetto?

Ecco le differenze, con specifico riferimento alla creazione di lavoro.

 

·         Il Neoliberismo sostiene questo: lasciamo liberi mercati e finanza e questo produrrà una “ricaduta favorevole” che creerà automaticamente occupazione e benessere per i cittadini. Ma abbiamo visto che ciò non è avvenuto (ne abbiamo parlato nella Riunione n. 1).

·         Il modello keynesiano dice invece: facciamo massicci investimenti pubblici così i cittadini troveranno facilmente lavoro e l’economia migliorerà. Però oggi il modello keynesiano è utile ma non sufficiente poiché l’avanzare della tecnologia creerà disoccupazione (lo abbiamo visto nelle precedenti Riunioni).

·         Il nostro Progetto sostiene questo: se io voglio dar lavoro, devo farlo direttamente e subito, senza attendere che le mie teorie producano gli effetti che io penso dovrebbero produrre.

 

Ed ecco, quindi, la differenza per quanto riguarda il lavoro. Il nostro Progetto dà, direttamente e subito, un lavoro a chi non ce l’ha:

 

·         senza aspettare che lo facciano i mercati e la finanza con la presunta “ricaduta favorevole”, come suggerisce il modello neoliberista (che ha fallito)

·         e senza aspettare, come suggerisce il modello keynesiano, che lo facciano soltanto gli investimenti pubblici (necessari ma oggi non sufficienti).

 

Così facendo, si tutelerà anzitutto il diritto alla vita delle persone e, come conseguenza, si rilanceranno i consumi e l’economia.

Il nostro Progetto vuole anche gettare le basi per un superamento della bipartizione Pubblico/Privato e dare ai cittadini la possibilità di partecipare direttamente alla gestione di alcune politiche economiche e sociali.

* Tutto ciò, ovviamente, restando all’interno del sistema neoliberista. Per uscirne, lo abbiamo spiegato, occorrerebbe modificare i Trattati.

Quindi, se le persone stanno meglio, l’economia ne trae beneficio?

Sì, lo abbiamo detto. L’Azienda dei Cittadini getterà nello stagno dell’economia un “macigno” di circa 76 miliardi di euro annui.

* L’Azienda dei Cittadini sarà una novità assoluta: avrà tutti gli aspetti positivi d egli ammortizzatori sociali, del reddito minimo garantito, degli enti di formazione e dell’impresa sociale, senza averne però gli elementi negativi.

 

Il testo della norma da voi proposta è chiaro. Ma vorremmo fare qualche domanda sull’attività dell’Azienda dei Cittadini . Possiamo?

Certo, chiedete pure.

 

 

6.8

Questo Progetto di Legge crea un Paracadute e un Trampolino di lancio

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L’Azienda dei Cittadini si può definire un ammortizzatore sociale?

Solo in parte, perché è concepita come mix fra un grande ammortizzatore sociale, un erogatore di reddito minimo garantito, un ente di formazione e un’impresa, ma presenta significativi vantaggi rispetto a questi strumenti.

 

Qual è la differenza rispetto agli ammortizzatori sociali?

L’Azienda dei Cittadini assume a tempo indeterminato e dà ai lavoratori la certezza di un futuro lavorativo. Gli ammortizzatori sociali non lo fanno.

 

Qual è la differenza rispetto al reddito minimo garantito?

L’Azienda dei Cittadini non dà alle persone soltanto un lavoro, ma soprattutto una dignità e uno stipendio adeguato all’impegno richiesto (700 euro mensili per mezza giornata di lavoro) non un semplice sussidio. Il reddito minimo garantito rischia di lasciare le persone senza far nulla o di dar loro un’attività non organicamente inserita in un progetto di crescita del Paese; le persone, quindi, potrebbero non avere quella importante dignità che proviene dallo svolgimento di una vera attività lavorativa. Inoltre, far svolgere alle persone un’attività non effettivamente produttiva, è disfunzionale per l’economia.

 

Qual è la differenza rispetto agli enti di formazione?

L’Azienda dei Cittadini non solo qualifica o riqualifica i lavoratori ma li assume a tempo indeterminato. Gli enti di formazione si limitano a formarli, ma non a dar loro un lavoro.

 

Qual è la differenza rispetto a un’impresa tradizionale?

L’Azienda dei Cittadini potrà operare, se necessario, in settori a scarsa redditività, poco appetibili per i privati, ma importanti per il Paese.

 

Qual è la differenza rispetto a un’agenzia di collocamento?

Le agenzie di collocamento, quando il lavoratore non serve, lo manda a casa. L’Azienda dei Cittadini invece, se non serve in un posto, lo impiega diversamente , sempre nel rispetto della sua qualifica. Ad esempio, non manderà un ingegnere, se lui non lo vuole, a far qualcosa non inerente alla sua professionalità.

 

Ma allora, come può essere definita questa Azienda dei Cittadini?

L’Azienda dei Cittadini è un Paracadute e un Trampolino di lancio. Non dipenderà dalla politica, ma da tutti i cittadini che ne eleggeranno e revocheranno i vertici in base ai risultati raggiunti.

 

Perché l’Azienda dei Cittadini può essere definita un Paracadute?

Perché consente a chi è disoccupato o perde il posto di essere subito assunto per lavorare e continuare a vivere, modestamente ma dignitosamente.

 

Perché l’Azienda dei Cittadini può essere definita un Trampolino di lancio?

Perché consente a chi vuol fare “grandi cose” e ne ha la capacità, ma è costretto ad arrangiarsi per vivere, di lavorare avendo mezza giornata libera per studiare o avviare una sua attività. Si rimette così in moto l’ascensore sociale che, purtroppo, oggi sembra essersi bloccato.

 

Ma lo Stato non dovrebbe tutelare i deboli e dare, a chi ha voglia di intraprendere, gli strumenti per operare?

Sì, proprio così, ma è meglio che lo Stato dia i soldi ai cittadini (ricordiamo che l’ADECI è di proprietà di tutti i cittadini italiani).

In tal modo, essi avranno un assoluto controllo su ciò che fa la l’Azienda, ne eleggeranno e ne potranno revocare i vertici, controlleranno il loro operato, ecc. Insomma, accerteranno personalmente come si spendono i soldi e valuteranno i risultati che si producono, senza intermediazioni.

È un superamento della bipartizione Pubblico/Privato .

 

 

6.9

L’Azienda dei Cittadini non dipenderà dalla politica e l’idea dei cittadini proprietari potrebbe essere applicata anche ad altri settori

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Quindi, l’Azienda dei Cittadini non dipenderà dalla politica?

No. La politica dovrebbe occuparsi di “temi alti” e non di gestione.

Questo è un particolare importante ed è bene metterlo in evidenza.

I lavoratori saranno totalmente indipendenti dalla politica, non dovranno dir grazie a nessun deputato o senatore e non saranno costretti a vendere il loro voto in cambio di un’assunzione.

Questo modello che suggeriamo di adottare è il miglior metodo per rendere un’istituzione indipendente dalla politica. I vertici dell’Azienda saranno infatti eletti in base al loro curriculum e alle loro capacità e, alle elezioni, non dovranno (e non potranno) chiedere il sostegno di nessun partito politico.

 

Questa idea di dare la proprietà ai cittadini ci sembra ottima: potrebbe essere applicata anche ad altri settori?

Sì, certo, basterebbe volerlo.

Noi sogniamo , ad esempio, un’unica Azienda sanitaria nazionale – di proprietà dei cittadini che ne eleggono i vertici – in grado di assicurare trasparenza e qualità del servizio su tutto il territorio. Lo stesso potrebbe valere anche per altri importanti servizi come la gestione dei rifiuti, i trasporti, ecc. che potrebbero essere di proprietà privata e non pubblica (come dicono i neoliberisti), ma dovrebbero appartenere ai cittadini.

Questa strutturazione dei servizi eviterebbe anche il classico scaricabarile. Se qualcosa non funziona, si saprebbe chi è il colpevole e i cittadini lo manderebbero subito a casa, senza aspettare (spesso inutilmente) che lo faccia la politica e senza l’intervento della magistratura.

Sarebbe un modo di conciliare l’efficienza manageriale che (ci dicono) caratterizza il privato, con l’esigenza di non privatizzare servizi essenziali perché (ci dicono) il pubblico produce sprechi e inefficienze.

I neoliberisti vogliono spogliare lo Stato e privatizzare tutto ? Facciano pure, ma si dia la proprietà di ciò che si privatizza a tutti i cittadini e non a pochi (spesso solo presunti) imprenditori.

Si obietterà: ma gli imprenditori ci mettono i soldi e hanno capacità manageriale!

A questa obiezione si potrà rispondere nel modo seguente:

 

·         quanto ai soldi , in molti casi (ad esempio gestione rifiuti) sono già stanziati e spesso mal spesi; peraltro, gli imprenditori chiedono prestiti alle banche e lo stesso potrebbero fare, se necessario, le aziende di proprietà dei cittadini.

·         quanto alle capacità manageriali , i potenziali manager sono sul mercato e possono essere assunti, indifferentemente, da un’azienda che appartiene a pochi o da un’azienda che appartiene ai cittadini; basta pagarli.

 

E sogniamo anche la costituzione di un fondo patrimoniale in cui far confluire tutti i beni pubblici, affinché non siano abbandonati al degrado (in cui spesso li lasciano gli enti che ne sono proprietari), ma siano invece gestiti con criteri manageriali, valorizzati e messi a reddito.

Ma sono sogni. Per realizzarli ci vorrebbe un mutamento istituzionale.

Mettiamo da parte i sogni e torniamo alle cose che possiamo fare subito. Torniamo a parlare dell’ADECI e del nostro Progetto di Legge.

 

Ma le società di proprietà pubblica oggi esistenti non sono, in pratica, di proprietà dei cittadini?

La proprietà delle società pubbliche oggi esistenti è dello Stato o di un ente pubblico, ed è la politica che ne nomina i vertici.

Nel nostro modello, invece, i vertici sono eletti dai cittadini-proprietari. E poiché chi riceve un incarico è “grato” a chi lo nomina , i vertici dell’Azienda saranno “grati” ai cittadini e non alla politica.

Per far funzionare un servizio, non occorre esser nominati da questo o quel partito, ma essere capaci e facilmente sostituibili dai cittadini.

 

Cosa potrà fare l’Azienda dei Cittadini?

Potrà fare di tutto, anche in base al principio di sussidiarietà (il quale afferma, in estrema sintesi, che un ente possa intervenire dove altri non vogliono o non possono farlo).

 

 

6.10

Cosa potranno fare i dipendenti dell’Azienda dei Cittadini. I vantaggi per loro e per l’economia

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Potete fare qualche esempio di ciò che potranno fare i lavoratori assunti dall’Azienda dei Cittadini?

Sì, ecco alcuni esempi:

·         Un soggetto che ne ha la capacità e la volontà, potrà essere incaricato di collaborare con le forze dell’ordine per aiutarle a presidiare il territorio (24 ore su 24) e garantire la sicurezza dei cittadini.

·         Un operaio licenziato potrà attendere, lavorando, che la sua qualifica sia richiesta da una nuova impresa o riqualificarsi per cercare una diversa occupazione e, se non la trova, potrà rimanere definitivamente a lavorare nell’Azienda.

·         Un laureato, in attesa di un concorso, potrà svolgere un’attività di sostegno nelle scuole e, se non vince un concorso, non diverrà un potenziale suicida, ma potrà rimanere definitivamente a lavorare nell’Azienda.

·         Un ricercatore potrà svolgere la sua attività nelle università e negli istituti di ricerca e poi trasferire le sue conoscenze alle piccole e medie imprese.

·         Un laureato in legge potrà svolgere un’attività di sostegno e assistenza alle attività che si svolgono nei tribunali.

·         Artigiani, professionisti, agricoltori, ecc. che non hanno più lavoro potranno costituire una cooperativa per produrre beni e servizi, o avviare in proprio una nuova attività.

·         Altri lavoratori, opportunamente qualificati, potranno contribuire alla sicurezza delle città, degli alimenti, alla scoperta di sprechi di denaro pubblico, di inefficienze nella PA e proporre soluzioni concrete suggerite dall’esperienza di chi opera sul campo.

·         Altri ancora potrebbero avere il compito di “seguire” la vita delle leggi che vengono approvate. Spesso, infatti, si fanno le leggi, ma non si sa che “fine fanno” e quali effetti producono.

·         Laureati in Economia, opportunamente formati, potrebbero dar consulenza ai Sindaci per dar vita a monete locali di scopo.

·         Un artista troverebbe nell’Azienda un moderno mecenate. Tutto ciò che produrrà durante l’orario di lavoro apparterrà ai cittadini e tutto ciò che produrrà fuori da tale orario sarà suo.

Gli esempi potrebbero continuare…

 

Ogni lavoratore, al momento dell’assunzione, comunicherà la sua qualifica e sarà impiegato con la stessa qualifica o, se necessario, riqualificato ma sempre allo stesso livello o a un livello superiore.

 

I giovani assunti dall’Azienda dei Cittadini potranno avere un mutuo e metter su famiglia?

Sì. Perché il loro reddito sarà certo e duraturo.

I lavoratori assunti dall’Azienda dei Cittadini , se non riescono a trovare un lavoro migliore, non saranno in povertà e potranno anche far programmi per un futuro, certo modesto, ma comunque dignitoso. Portando un esempio concreto: due persone che decidono di sposarsi o di vivere insieme, avrebbero un reddito di 1.400 euro mensili. E se vivono con i genitori anch’essi disoccupati, il reddito del nucleo familiare sarà di 2.800 euro mensili. E, sapendo che c’è un’Azienda che garantisce un lavoro minimo, potrebbero convincersi a mettere al mondo un figlio. Quando si ha un Paracadute il coraggio aumenta.

* Il reddito dei lavoratori potrà solo aumentare (se, nella mezza giornata libera faranno un altro lavoro e/o miglioreranno la loro posizione) ma non potrà mai diminuire .

 

Il Lavoro Minimo Garantito è per 20 ore settimanali. Nelle ore libere i dipendenti dell’Azienda possono fare un altro lavoro?

Certo. Possono fare tutto ciò che vogliono: studiare, lavorare, occuparsi dei figli, ecc . Avranno libere, in sette giorni, due intere giornate e cinque mezze giornate.

* L’Azienda dei Cittadini dà un Lavoro Minimo Garantito e lascia mezza giornata libera per fare ciò che si vuole. I lavoratori, quindi, potranno avviare un’attività di lavoro autonomo o subordinato, studiare, avviare un’impresa, dedicarsi alla famiglia…

E si rimetterà in moto l’ascensore sociale che oggi si è fermato.

 

Avete detto che lo stipendio dei lavoratori assunti sarà al netto di tasse e contributi. I versamenti pensionistici saranno pagati dall’Azienda dei Cittadini?

Noi suggeriamo di non far versare alcun contributo. Ciò anche allo scopo di stimolare lo Stato a ripensare l’intero sistema pensionistico e i lavoratori a trovare un’occupazione alternativa, che li garantisca maggiormente.

Quanto allo stimolo per i lavoratori, l’assunzione nell’ADECI è un Paracadute e un Trampolino: dà la garanzia di vivere, ma esige che i lavoratori si diano da fare per migliorare le loro condizioni di vita. Se i lavoratori assunti dall’Azienda dei Cittadini non riusciranno a trovare un’altra occupazione, quando smetteranno di lavorare avranno diritto, come tutti, all’assegno sociale (eventualmente maggiorabile dall’Azienda).

È una scelta, che il legislatore potrebbe anche non fare: ad esempio, prevedendo un versamento all’INPS da parte dell’Azienda di 2.000 euro annui per ogni lavoratore; si dimezzerebbe la somma da destinare agli investimenti (che passerebbe da 16 miliardi a 8 miliardi) e si darebbe all’INPS una “boccata d’ossigeno” di 8 miliardi annui.

Quanto allo stimolo per lo Stato, si tenga però presente che l’attuale sistema pensionistico sarà “distrutto” dall’avanzare delle nuove tecnologie , che creeranno milioni di disoccupati. Andrà quindi ripensato tutto l’assetto del lavoro e, di conseguenza, l’assetto del sistema pensionistico che, in futuro, non potrà certo reggersi sull’attuale sistema contributivo.

Tutto ciò è destinato ad avvenire; è inutile far finta di nulla e far conti su quanti contributi abbiamo versato e sulla pensione che riceveremo. Bisogna cominciare a pensare ad altro (abbiamo già parlato di pensioni nella Riunione n. 3, andate a rivederla).

Proviamo a immaginare il futuro. Le macchine intelligenti sostituiranno l’uomo e pagheranno stipendi e pensioni ai lavoratori licenziati per far sì che essi acquistino i beni prodotti? Chissà! Certo, qualcuno dovrà pur acquistare questi i beni.

 

Perché suggerite di mettere i lavoratori dell’Azienda dei Cittadini a disposizione di imprese e autonomi gratuitamente per un tempo limitato?

Per consentire ai lavoratori di aggiornarsi e perfezionarsi e alle imprese di valutarne le capacità a costo zero. Se il lavoratore è capace e si rende utile, l’imprenditore non se lo lascerà sfuggire e lo assumerà.

Per fare un esempio potremmo dire: vi diamo qualcosa gratuitamente per un anno. Se vi piace, dal secondo anno in poi pagate.

 

In apertura volevamo chiedervi perché la creazione di lavoro arreca un beneficio a tutte le categorie di cui avevate parlato. Possiamo farlo adesso?

Sì, fate pure. Risponderemo puntualmente su ogni singolo soggetto.

 

 

6.11

Perché creare lavoro è utile alle persone: dodici motivi

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1 - Utilità per: i disoccupati.

Capiamo facilmente perché creare lavoro è utile ai disoccupati: diminuirà questa piaga. È così?

Sì, ma c’è anche un altro motivo Chi lavora nell’Azienda dei Cittadini troverà più facilmente lavoro, perché le imprese preferiscono assumere chi ha già lavorato e ha esperienza.

 

2 - Utilità per: i dipendenti privati.

Perché è utile anche a chi il lavoro ce l’ha già, ad esempio, al dipendente di un’azienda privata? Potete spiegarlo?

Certo, con un esempio. Se lavoro in un’azienda e posso essere licenziato, finisco in mezzo a una strada e non riesco a dar da mangiare ai miei figli. Quindi, anche se ho un lavoro, vivo in una situazione di incertezza. Se invece ho il Paracadute del Lavoro Minimo Garantito, vivo più serenamente e, se voglio affrontare una spesa o avere dei figli, so che posso farlo. E se io spendo, anche l’economia ne trae beneficio. Inoltre, se il denaro circola e il mio datore di lavoro riceve commesse, le probabilità che io sia licenziato diminuiscono.

 

3 - Utilità per: i dipendenti pubblici.

E se sono un dipendente pubblico e non rischio di essere licenziato, che m’importa se c’è o non c’è un Lavoro Minimo Garantito?

T’importa, specie se hai figli, nipoti, amici o parenti che non sono dipendenti pubblici; vuoi dimenticarti di loro? Inoltre anche tu, in futuro, potresti perdere il lavoro, per un qualsiasi motivo. E infine, se l’economia riparte, le entrate dello Stato aumentano e non sarà più necessario bloccarti gli aumenti dello stipendio o aumentarti le tasse.

 

4 - Utilità per: le imprese .

E se ho un’impresa, che m’importa?

È facile capirlo: sul mercato ci saranno 4 milioni di nuovi consumatori che potranno comprare i tuoi prodotti. Inoltre, lo Stato trarrà dai consumi introiti fiscali maggiori (aumenterà il gettito IVA) che gli permetteranno di spendere per renderti migliore la vita e per ridurti le imposte. E, infine, un aspetto molto importante: questa legge consentirà alle imprese di avere per qualche anno un lavoratore a costo zero per mezza giornata ; di conseguenza, se vorranno impiegarlo a tempo pieno, il c.d. cuneo fiscale sarà ridotto del 50%. E non sarà un aiuto di Stato, perché:

 

·         lo scopo dell’Azienda dei Cittadini è anche quello di formare i lavoratori;

·         per periodi di tempo molto lunghi, l’Azienda potrà stipulare con l’impresa un contratto di associazione in partecipazione.

 

5 - Utilità per: i lavoratori autonomi.

E se sono un lavoratore autonomo, che m’importa?

Ti dovrebbe importare per due motivi.

 

·         Il primo : se la tua attività va male e sei costretto a chiudere, non avrai la tentazione di suicidarti, ma avrai anche tu un Lavoro Minimo Garantito; non sarai in mezzo a una strada e potrai ripartire da zero e ricostruirti una nuova vita.

·         Il secondo : se molte altre persone trovano lavoro, anche i tuoi affari ne trarranno beneficio, perché chi ha un lavoro, ha anche la possibilità di spendere.

 

Se, ad esempio, sei un artigiano, potrai essere chiamato per ridipingere una parete solo da chi ha un lavoro (e guadagna). Chi non lavora (e non guadagna) terrà la sua parete sporca e non ti chiamerà. Inoltre, avrai gli stessi benefici delle imprese: per qualche anno un lavoratore a costo zero per mezza giornata e, se vorrai impiegarlo a tempo pieno, il c.d. cuneo fiscale sarà ridotto del 50%.

 

6 - Utilità per: i professionisti.

E se sono un professionista, che m’importa?

Importa anche a te: se un disoccupato ha una questione da risolvere, ma non ha i soldi per pagare un professionista che lo aiuta, si terrà il problema e non verrà a cercarti.

E anche i professionisti possono avere per qualche anno un lavoratore a costo zero per mezza giornata o la possibilità, se vorranno impiegarlo a tempo pieno, di godere del c.d. cuneo fiscale ridotto del 50%.

E, infine, se sei un giovane professionista che si avvia alla professione, potrai avere un Trampolino; se invece sei un professionista costretto a chiuder bottega per mancanza di clienti non sarai sul lastrico, ma avrai anche tu il Paracadute.

 

7 - Utilità per: chi è già in pensione.

E se sono un pensionato, che m’importa?

T’importa perché, con il rilancio dell’economia, gli introiti fiscali dello Stato aumentano e non rischi ulteriori blocchi o decurtazioni della tua pensione.

 

8 - Utilità per: chi vorrebbe andare in pensione ma non può.

Perché chi vorrebbe andare in pensione può avere un vantaggio?

Perché il sistema pensionistico potrà essere rivisto e l’età per il pensionamento potrà essere abbassata.

 

9 - Utilità per: i genitori.

Perché la creazione di lavoro avrà un impatto positivo sui genitori?

Oggi, quasi tutti i genitori vivono nell’angoscia per il futuro dei loro figli. Con l’attuazione di questo Progetto, sapranno che se i loro figli non riusciranno a “sistemarsi”, non rischieranno comunque di restare disoccupati.

Inoltre, se i genitori hanno risparmi da parte, ma hanno paura di spenderli perché pensano di averne bisogno per mantenere i figli, saranno incoraggiati a investirli e l’economia ne trarrà beneficio.

 

10 - Utilità per: i figli già nati e per i figli che non si fanno nascere.

Perché la creazione di lavoro avrà un impatto positivo sui figli?

Per i figli già nati : perché, se un figlio ha un padre che non guadagna nulla vivrà in uno stato di frustrazione e potrà anche essere costretto ad abbandonare gli studi. Quando i genitori non hanno soldi, “l’ascensore sociale” si blocca.

Per i figli che non si fanno nascere: in Italia non facciamo più figli per varie ragioni.

·         Perché non siamo certi che in futuro avranno di che vivere.

·         Perché non abbiamo un lavoro.

·         Perché, se lavoriamo, gli asili non ci sono o costano troppo, ecc.

Con questa legge tutti avrebbero un Lavoro Minimo Garantito e l’Azienda potrebbe destinare parte dei suoi dipendenti ad asili nido a costo zero.

 

11 - Utilità per: i nonni.

Perché la creazione di lavoro avrà un impatto positivo sui nonni?

Perché, oltre ad avere la gioia di vedere i nipoti che guadagnano, potranno godersi la loro pensione, che oggi è spesso destinata al mantenimento di figli e nipoti.

 

12 - Utilità per: tutti i cittadini che vivono di lavoro e non di finanza.

Perché avrà un impatto positivo nella vita di tutti i cittadini?

Perché costituirà una prima, sia pur limitata, reazione al Neoliberismo che, come abbiamo visto, tutti i cittadini hanno interesse a contrastare.

 

 

6.12

Perché creare lavoro è utile al Sistema Paese: ventiquattro motivi

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13 - Utilità per: la sicurezza dei cittadini.

Perché migliorerà la sicurezza dei cittadini?

Avete visto il Testo della bozza di Legge? È previsto che persino un milione di nuovi assunti potrà essere destinato a supportare le forze di polizia. Si potrebbe finalmente creare un vero “ presidio di quartiere ”, che vigili sulla sicurezza dei cittadini 24 ore al giorno.

 

14 - Utilità per: l’ordine pubblico.

Perché sarà utile per l’ordine pubblico?

La disoccupazione non potrà essere tollerata all’infinito. Seguite uno dei programmi televisivi che danno voce ai cittadini e sentirete ripetere sempre più spesso queste parole: “ se non posso dar da mangiare ai miei figli, farò una pazzia ”.

Se tutto continua come ora, prima o poi la situazione diventerà “esplosiva” e potrà generare atti violenti non solo verso se stessi, come già avviene con i numerosi suicidi(31) causati dalla crisi, ma anche verso gli altri e verso le istituzioni. Quando si “tira troppo la corda” questa si spezza, e non importa chi la tira, se un governo, l’UE, la finanza, i mercati, ecc.

 

15 - Utilità per: il rilancio dei consumi e quindi dell’economia.

Perché creare lavoro rilancia i consumi e l’economia?

Lo strumento efficace per uscire dalla crisi è uno solo: creare lavoro. Chi lavora, infatti, acquista beni e servizi e, di conseguenza, consente ai produttori di lavorare; quindi le imprese riprendono a produrre e ad assumere.

 

16 - Utilità per: nuove politiche di sviluppo.

Perché potrà contribuire ad avviare nuove politiche di sviluppo?

Una struttura che impieghi i disoccupati per qualificarli o riqualificarli è oggi indispensabile, non solo per alleviare la piaga della disoccupazione ma per cominciare a ripensare lo sviluppo in termini di un’economia qualitativa e non più quantitativa.

 

17 - Utilità per: il lecito sostegno alle imprese italiane.

Perché potrà sostenere lecitamente le imprese italiane?

Perché l’Azienda dei Cittadini potrà promuovere il consumo di prodotti italiani, senza violare le norme europee ; ma di questo parleremo meglio più avanti.

 

18 - Utilità per: fini etici.

Perché è utile a fini etici?

Rispondiamo con una domanda: c’è qualcuno di voi che ha il coraggio di volgere altrove lo sguardo quando una persona si uccide perché non può mantenere la sua famiglia, o quando la vede frugare nella spazzatura in cerca di cibo?

 

19 - Utilità per: fini giuridici.

Perché è utile a fini giuridici?

C’è poco da dire: tutti sappiamo che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro e che lo scopo di perseguire la piena occupazione è contenuto nella nostra Costituzione. Si darà applicazione ai principi costituzionali.

20 - Utilità per: il mercato del lavoro .

Perché avrà un effetto positivo sul mercato del lavoro?

Perché tenderà a conciliare due fattori inconciliabili:

 

·        la flessibilità del mercato del lavoro (che si può ritenere ormai realizzata) e

·        la certezza di avere un lavoro, che consenta di vivere.

 

Anche il Papa, nel discorso pronunciato dinnanzi al Parlamento europeo, ha affermato che occorre: « Reperire nuovi modi per coniugare la flessibilità del mercato con le necessità di stabilità e certezza delle prospettive lavorative, indispensabili per lo sviluppo umano dei lavoratori»(5).

E coniugare flessibilità e certezza del lavoro è uno degli obiettivi del nostro Progetto. Il guadagno che i lavoratori percepiranno, peraltro, non sarà un reddito di mera sussistenza (ipotizzato da alcuni neoliberisti per evitare tumulti popolari), ma sarà un introito, certo modesto, ma dignitoso. Due persone che vivono insieme avrebbero un reddito di 1.400 euro mensili e non vivrebbero in miseria, come oggi può accadere.

E si noti che non solo il Papa, ma tutti, dicono che bisogna creare lavoro, con in testa il Presidente della Repubblica che, il 1° maggio 2016, ha affermato: «[…] creare occasioni di occupazione a sufficienza affinché la cittadinanza sia piena e non sia mutilata; è questo un impegno costituzionale vivo e attuale […]»(51).

Il nostro Progetto consentirebbe di passare dalle parole ai fatti.

 

21 - Utilità per: il sistema sanitario.

Perché il sistema sanitario nazionale ne trarrà beneficio?

Sappiamo tutti che, con la crisi, è aumentato l’uso di psicofarmaci; inoltre, le malattie fisiche e mentali “da disoccupazione” sono sempre più gravi e frequenti e pesano sempre più, in termini di costi, sul sistema sanitario. In alcuni studi si afferma che la spesa per psicofarmaci incide per  oltre il 17% sulla spesa farmaceutica  complessiva (32).

Se poi teniamo conto del fatto che le sofferenze psichiche possono somatizzarsi e generare numerose altre malattie, la spesa sanitaria aumenta ancor di più.

 

22 - Utilità per: la riduzione delle imposte.

Perché contribuirà alla riduzione delle imposte?

Per i seguenti motivi:

 

·        Perché si renderanno disponibili oltre 24 miliardi annui che noi suggeriamo, per le ragioni che fra poco illustreremo, di destinare alla eliminazione di IMU e TASI su tutti gli immobili e non solo sulla prima casa.

·        Perché, se cresce l’economia, crescono anche le entrate fiscali e sarà possibile diminuire le aliquote di altre imposte.

 

23 - Utilità per: i bilanci dei Comuni.

Perché favorirà i bilanci dei Comuni?

Perché i Comuni riceveranno immediatamente dall’Azienda dei Cittadini le somme loro spettanti per IMU e TASI, senza dover avviare procedure esecutive nei confronti di chi non paga e senza attendere che lo Stato rimborsi loro le somme destinate a compensare il minor gettito che a essi deriva da eventuali esenzioni decise dal governo.

 

24 - Utilità per: i Sindaci che vogliono dar lavoro.

Perché consentirà ai Sindaci di dar risposta a chi chiede un lavoro?

I Sindaci sono costantemente “assediati” da cittadini in difficoltà che chiedono lavoro o assistenza. La presenza nel loro Comune di un ufficio dell’Azienda dei Cittadini consentirà loro di dar subito una risposta a chi necessita di un intervento.

 

25 - Utilità per: i Sindaci che vogliono mettere in sicurezza il territorio.

Perché consentirà ai Sindaci di attivarsi per mettere in sicurezza il territorio?

Perché la presenza nel loro Comune di un ufficio dell’Azienda dei Cittadini consentirà loro di segnalare immediatamente gli interventi da effettuare sul territorio. L’ADECI potrà intervenire immediatamente, senza attendere finanziamenti da parte di altre istituzioni. Ricordiamo, infatti, che l’Azienda avrà ogni anno, in cassa, una somma di 16 miliardi da destinare a investimenti.

 

26 - Utilità per: chi non ha una casa.

Perché potrà dare una casa a chi non ce l’ha?

Perché una parte del gettito di questa legge sarà destinato agli investimenti e, quindi, anche alla realizzazione di alloggi per i meno abbienti. L’Azienda dei Cittadini, a tal fine, dovrà privilegiare il recupero di immobili degradati senza consumare nuovo suolo.

 

27 - Utilità per: la promozione del turismo.

Perché sarà utile al turismo e al consumo di prodotti italiani?

Perché l’Azienda potrà promuovere all’estero i prodotti italiani e il turismo, anche con la realizzazione di documentari tradotti nelle principali lingue da offrire gratuitamente alle televisioni estere .

 

28 - Utilità per: velocizzare la giustizia.

Perché contribuirà a rendere più rapida la giustizia?

Chi frequenta i tribunali sa che la carenza di personale amministrativo è una delle cause che rallentano la giustizia. Con questa legge un gran numero di lavoratori potrà essere destinato a funzioni amministrative.

 

29 - Utilità per: promuovere la ricerca.

Perché contribuirà a sostenere la ricerca?

La carenza di fondi destinati alla ricerca scientifica è ben nota. I nostri ricercatori spesso sono costretti ad andare all’estero perché non possiamo offrir loro nulla. Con questa legge si potrà dar loro un, sia pur minimo, sostegno economico. Inoltre, i ricercatori potrebbero trarre ulteriori fonti di reddito collaborando con imprese che non possono destinare alla ricerca somme importanti.

30 - Utilità per: migliorare il rapporto Debito/PIL.

Perché ottimizzerà il rapporto Debito/PIL?

Con i vincoli imposti dai Trattati europei, oggi possiamo buttare nello stagno soltanto un “sassolino”; cioè, qualche miliardo di Euro. Questa legge consentirà, invece, senza violare i Trattati europei, di gettare nello stagno un “macigno” di 76 miliardi annui e il PIL balzerà verso l’alto.

 

31- Utilità per: rafforzare il modello democratico.

Perché si consoliderà il modello democratico?

Perché i dirigenti dell’Azienda verranno eletti direttamente dai cittadini, utilizzando gli strumenti oggi offerti dalla tecnologia. Tali strumenti potranno consentire agli amministratori di consultare periodicamente i cittadini nelle occasioni in cui l’Azienda dovrà prendere importanti decisioni.

 

32 - Utilità per: valorizzare la ricchezza e l’affidabilità dell’Italia.

Perché valorizzerà la ricchezza e l’affidabilità del nostro Paese?

Lo spiegheremo ampiamente fra poco, nel successivo punto 6.16.

 

33 - Utilità per: i proprietari di immobili e per chi li prende in locazione.

Perché sarà utile ai proprietari di immobili e a chi li prende in affitto?

Perché questa legge introduce un’innovativa modalità di esenzione da IMU e TASI, per tutti gli immobili e non solo per la prima casa (ma lo vedremo meglio a breve).

 

34 - Utilità per: contrastare il degrado del territorio.

Perché sarà utile ai cittadini la cui sicurezza è compromessa dal degrado del territorio e dei beni pubblici?

Frane e alluvioni ci travolgono, abbiamo strade in dissesto e scuole insicure, ma non ci sono i soldi per intervenire. Questo Progetto spiega concretamente come trovarli.

 

35 - Utilità per: il miglioramento dell’efficienza del sistema bancario.

Perché sarà utile all’efficienza e alla solidità del sistema bancario?

È noto che le banche hanno crediti in sofferenza (cioè crediti che non riescono a recuperare). Questo è uno dei motivi per i quali esse sono restie a concedere nuovi prestiti. I soggetti che li hanno ricevuti, spesso non riescono a restituirli perché hanno perso il lavoro o perché non vendono più i loro prodotti/servizi. Ebbene, se ci fosse maggiore occupazione e le imprese vendessero di più, questi prestiti potrebbero essere restituiti più facilmente (se le sofferenze sono dovute a speculazioni sbagliate o a prestiti ad amici che non li meritavano, le banche non trarranno beneficio da questa legge) .

Inoltre, la rivalutazione degli immobili, che è uno degli scopi di questo Progetto, renderà più solide le garanzie che cittadini e imprese hanno fornito alle banche .

 

36 - Utilità per: contribuire alla soluzione del problema “migranti”.

Perché potrà contribuire a risolvere del problema dei “migranti”?

Ricordate che per gli investimenti è prevista una spesa di 16 miliardi annui? Ebbene, parte di questa somma potrà essere spesa per l’acquisto di terreni e fabbricati in tutti quei Paesi in cui la legislazione consente queste azioni a un soggetto privato, ma non a uno Stato. Quindi, non necessariamente nei Paesi da cui provengono i “migranti”, ma anche in Paesi diversi e soprattutto non affidandoli alle autorità locali, ma curandone in proprio l’assistenza .

T erreni e f a bbricati acquistati o presi in affitto potrebbero e sser e destinati non solo a centri di accoglienza (dove preparare quei migranti   che le nostre leggi prescrivono di accogliere a inserirsi nella nostra cultura)   ma anche ad a ttività produttive.

L’Azienda potrebbe operare come una multinazionale , con una differenza: le multinazionali investono solo per trarre profitto, l’ADECI no. Se poi essa riuscirà anche a trarre profitto da ciò che fa, ben venga; perché in tal modo aumenterà la sua possibilità di fare investimenti ( con riferimento alla possibilità di acquisto di terreni e fabbricati, ricordiamo che le multinazionali hanno acquistato in Africa, negli ultimi anni, terreni per un’estensione pari a quella dell’intera Germania)(69) .

Questa soluzione consentirebbe di:

 

·        assicurare accoglienza e dignità ai “migranti”, come chiedono i cattolici e le forze di sinistra (e qui ricordiamo ai cattolici che anche la Conferenza Episcopale Italiana ha di recente affermato che l’assistenza ai “migranti” va fatta nel rispetto delle leggi e che anche il Papa ha detto che i flussi migratori vanno regolati e, se necessario, fermati)(64);

·        rassicurare quei cittadini e quelle forze politiche di destra o sovraniste, che temono invasioni destabilizzanti, disordini e competizioni al ribasso sui salari.

 

E se l’Azienda investirà in un Paese in cui i costi dei beni sono bassi, con quattro miliardi si potrà fare quello che in Italia si farebbe con quaranta.

Disponendo di risorse finanziarie, la soluzione dei problemi è a portata di mano e l’Italia, da sola, potrebbe avviare una sorta di Piano Marshall per i “migranti”, senza attendere che l’UE decida cosa fare (la soluzione che proponiamo per i “migranti” cerca di trovare un equilibrio fra le diverse esigenze che oggi si contrappongono; e ciò è difficile . Trovare soluzioni equilibrate, lo abbiamo detto nella Riunione n. 5, è essenziale. Se qualcuno ha una soluzione più adeguata, che tenga conto delle diverse esigenze e che l’Italia possa – senza l’intervento dell’UE – attuare da sola, può proporla. La inseriremo subito nel nostro Progetto) .

 

 

6.13

Il “prezzo occulto” dei prodotti provenienti dall’estero

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Bene, avete risposto su tutti i trentasei punti. Ma abbiamo delle obiezioni da fare. Possiamo?

Certo, dite pure.

 

Globalizzazione, delocalizzazione e moneta unica stanno distruggendo il lavoro in Italia. Possiamo fare qualcosa per difenderci, senza violare i Trattati?

Sì, possiamo fare qualcosa. Ne parleremo alla fine di questa Riunione ai successivi punti 6.21 e 6.22 d ove spiegheremo perché il prezzo di un prodotto proveniente dall’estero è più alto di quello indicato nello scaffale del negozio.

Definiremo prezzo occulto” questa differenza di prezzo che il consumatore non vede.

 

 

6.14

È più utile creare nuovi posti di lavoro o detassare il costo del lavoro?

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Un’ultima domanda sul lavoro. È più utile creare nuova occupazione o detassare il costo del lavoro?

Detassare il costo del lavoro è sempre utile. Però, in questo momento, è più utile creare lavoro per rilanciare i consumi. Il perché è facilmente comprensibile con un esempio: se sono un imprenditore e non ricevo ordini, non assumerò nessuno, neanche se posso pagarlo al 60%. Di più: non lo assumerò neanche gratis, perché mi creerebbe problemi, senza che io ne tragga un beneficio. Ma se la mia azienda riceve ordini, assumerò immediatamente il lavoratore che mi serve per evaderli, anche se devo pagarlo al 100%.

Si tenga comunque presente che il nostro Progetto consente già, per le nuove assunzioni, di ridurre subito il cuneo fiscale e offrire notevoli benefici ai datori di lavoro. Ecco perché:

 

·     imprese, autonomi, professionisti, ecc. potranno avere per qualche anno un lavoratore a costo zero per mezza giornata per formarlo e/o per testarne le attitudini e le capacità;

·     se vorranno impiegarlo a tempo pieno, il cuneo fiscale sarà ridotto del 50%;

·     per periodi di impiego più lunghi, si potrà far ricorso a contratti di associazione in partecipazione, di somministrazione, ecc. In questo caso, i lavoratori godranno di un trattamento economico normale e l’UE non potrà definire questi accordi aiuti di Stato.

 

Quindi, in sintesi, detassare il costo del lavoro è utile ma, in questo momento, è più utile creare lavoro per rilanciare i consumi.

 

creare ulteriore lavoro (e ricchezza) utilizzando gli immobili

 

 

6.15

Creare ulteriore lavoro detassando e valorizzando gli immobili con uno strumento innovativo: l’imposta patrimoniale differenziata in base all’uso (un’imposta che riduce le imposte)

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Parliamo ora di imposte patrimoniali sugli immobili?

Sì, fate pure le vostre domande.

 

L’articolo 1 comma 13 del vostro Progetto dice testualmente:

«S aranno esentati da IMU e TASI tutti gli immobili destinati a soddisfare i bisogni primari dei proprietari e quelli che questi ultimi non riescono a vendere o a dare in locazione, traendone un corrispettivo da determinarsi sulla base del loro valore ».

Cosa significa?

Il nostro Progetto, in tema di imposta patrimoniale sugli immobili, introduce un modello innovativo, molto diverso da quello utilizzato in passato. Il dibattito sull’imposta patrimoniale sugli immobili si è sempre sviluppato sulla opportunità di obbligare o no i cittadini a pagare IMU e TASI.

Noi suggeriamo di far scegliere ai cittadini se pagare o no queste imposte, applicando un innovativo modello di imposta patrimoniale: l’imposta patrimoniale differenziata in base all’uso.

Ed ecco cosa prevede il nostro Progetto:

·         su tutti i beni che soddisfano un bisogno personale, non si deve pagare nessuna imposta;

·         per tutti i beni che eccedono il bisogno personale, scelga il cittadino, liberamente, se pagare o no IMU e TASI, in base dell’uso che intende fare di questi beni.

 

Potete ricordarci come funzione questa “imposta patrimoniale differenziata in base all’uso”?

Si. L’imposta si ispira al seguente principio.

* Non si deve tassare un bene in sé, ma si deve tassare in base all’uso che, liberamente, decide di farne il suo proprietario.

Questa imposta è fortemente innovativa, è “disegnata” sui bisogni dell’uomo e sarà pagata solo da chi, liberamente, decide di pagarla.

Chi non vuole pagarla, non la pagherà! Massima libertà, per tutti.

 

Non abbiamo capito. Potete fare uno schema per capire meglio?

Certamente. Premesso che lo “spartiacque”, ai fini della tassazione, deve essere il bisogno personale; ecco uno schema esplicativo:

 

·         Per tutto ciò che soddisfa il mio bisogno personale non devo pagare l’imposta. Quindi, se io ho un immobile che utilizzo come abitazione, per lavorare o andare in vacanza, non devo pagare l’imposta.

·         Per tutto ciò che eccede il mio bisogno personale posso scegliere fra questi due modi di utilizzo dei miei beni:

·         Metterli , senza averne alcun danno, al servizio degli a ltri. Quindi: cercare di venderli o di darli in locazione (non importa che io ci riesca effettivamente, è sufficiente che io tenti di farlo). In questo caso non devo pagare l’imposta.

      Oppure

·         Tenerli , capricciosamente, a mia disposizio ne . Quindi: non cercare di venderli o di darli in locazione.In questo caso devo pagare l’imposta.

 

Potete ripetere la spiegazione con un esempio?

Certo.

·         Se sono proprietario di alcuni immobili che soddisfano un mio bisogno personale (ad esempio, ho una casa in cui abito o dove trascorro le mie vacanze o che utilizzo per il mio lavoro sia esso professionale o d’impresa) non pagherò l’imposta.

·         Se, oltre a questi immobili, sono proprietario anche di altri immobili, che non soddisfano un bisogno personale (ad esempio, ho quattro ville o dieci appartamenti) potrò, a mia libera scelta:

·         locarli o venderli (anche solo tentando di farlo senza riuscirci). In questo caso non pagherò l’imposta,

·         tenerli, vuoti, a mia disposizione. In questo caso pagherò

Lo strumento da utilizzare è, quindi, l’imposta patrimoniale differenziata in base all’uso (di cui abbiamo parlato nella Riunione n. 5).

* Un nuovo modello di imposta patrimoniale che (sembrerà inverosimile, ma è proprio così) riduce le imposte e che sarà pagata solo da chi vuole pagarla.

 

Ma come farà il proprietario a dimostrare che ha tentato di vendere o locare l’immobile e non ci è riuscito?

Allegando alla sua dichiarazione dei redditi, ad esempio, una dichiarazione giurata o, più semplicemente, la copia di un incarico conferito a un’agenzia immobiliare.

 

E se il proprietario chiede un prezzo astronomico al solo fine di non pagare l’imposta?

Forse non sapete che all’Agenzia delle Entrate c’è l’OMI ( Osservatorio del mercato immobiliare ), che consentirà di evitare che qualcuno possa fare impunemente il “furbo”. Per chi ci proverà, il gioco non varrà la candela: dovrà munirsi di perizie false con le conseguenze penali che ne derivano e pagare periti che dichiarino il falso al solo fine di non pagare un’imposta che prima ha sempre pagato. Per un normale cittadino, ne varrà la pena?

E i grandi evasori dedicano la loro attenzione a somme ben diverse da quelle necessarie per pagare IMU e TASI.

 

 

6.16

Eliminare le imposte su tutti gli immobili non è un regalo ai “ricchi”, ma serve a creare ulteriore lavoro e aumentare la ricchezza e l’affidabilità dell’Italia

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Vi credevamo gente di sinistra, ma forse ci siamo sbagliati, visto che proponete di cancellare le imposte sugli immobili. Volete favorire i “ricchi”?

Anzitutto una precisazione: il nostro gruppo è composto da soggetti di destra e di sinistra e da soggetti che non amano la politica. Una cosa però ci accomuna: abbiamo deciso di far prevalere la logica e l’analisi dei frutti, non i pregiudizi.

Ebbene, la logica e l’analisi dei frutti ci dicono che eliminare le imposte su tutti gli immobili fa bene a tutti i cittadini, anche a chi non possiede un immobile. Non si tratta, quindi, di una misura per favorire i “ricchi”, ma di un intervento per il rilancio dell’economia e la valorizzazione del patrimonio del Paese. Inoltre, molto spesso, chi possiede anche più di un immobile non può essere definito “ricco”; fra poco vedremo perché.

L’eliminazione delle imposte su tutti gli immobili non è una misura volta a favorire i “ricchi”, bensì orientata

·         al rilancio dell’economia,

·         alla valorizzazione del patrimonio degli italiani,

·         a rendere più affidabile il nostro Debito Pubblico,

·         a rendere più affidabile il debito privato (gli immobili sono, in genere, la garanzia di un debito che un privato contrae con una banca).

 

Perché eliminare le imposte patrimoniali su tutti gli immobili, è utile a tutti i cittadini e non solo ai “ricchi”?

La detassazione degli immobili è un’importante misura antidepressiva finalizzata al rilancio dell’edilizia e alla valorizzazione del nostro patrimonio immobiliare; lo scopo è quello di promuovere la ristrutturazione e la circolazione degli immobili (cioè, la loro compravendita). Si rimetterà così in movimento un settore che è sempre stato un importante motore di occupazione.

I “ricchi” sono molto più favoriti dalla tassazione prevista per i patrimoni finanziari, di cui stranamente poco si parla (ma lo faremo fra poco), piuttosto che dalla tassazione degli immobili.

È bene, inoltre, tenere presente che:

 

·         il patrimonio immobiliare è la più grande ricchezza degli italiani e, quindi, dell’Italia come Paese.

·         gli immobili devono essere costruiti e manutenuti con il lavoro degli uomini ; il denaro, invece, può nascere dal nulla, premendo un pulsante.

 

Avete affermato che gli immobili costituiscono la principale ricchezza degli italiani e, quindi, dell’Italia come Paese. Avete i dati?

Sì. L’Italia è un Paese molto “ricco” e la sua maggior ricchezza è proprio il patrimonio immobiliare. Ecco qui di seguito i dati(33):

 

·         8.501 miliardi circa è il valore complessivo di tutti gli immobili (abitazioni circa 6.000 miliardi e il resto immobili non residenziali).

·         3.793 miliardi circa è il totale delle attività finanziarie (conti correnti, azioni, obbligazioni, ecc.).

 

Come vedete, il patrimonio immobiliare dei cittadini italiani (escludendo per adesso quello pubblico, di cui parleremo nella prossima Riunione) vale più del doppio di quello finanziario. Quindi:

 

·         se il patrimonio immobiliare viene valorizzato, l’ Italia è più ricca ,

·         se invece il patrimonio immobiliare viene penalizzato , l’Italia si impoverisce di circa 1.700 miliardi(34).

* A causa della perdita di valore degli immobili, la ricchezza dell’Italia è diminuita di 1.700 miliardi di euro rendendo il Paese più fragile(34). Si è anche scardinata una cultura secolare italiana che garantiva sicurezza a chi comprava un immobile e dava impulso all’occupazione.

 

Perché la ricchezza complessiva di un Paese è importante?

È importante per valutare la sua solidità economica.

Ricordate (lo abbiamo detto nella precedente Riunione n. 4) che la Corte dei Conti ha aperto un’istruttoria nei confronti di un’Agenzia di rating , accusata di non aver valutato correttamente il patrimonio italiano?

Questo vi fa ben comprendere perché è essenziale che gli immobili non perdano il loro valore.

 

Ma allora, perché si spinge verso la tassazione gli immobili?

Per tre motivi: uno di carattere fiscale e due di carattere neoliberista.

·         Il primo motivo, di carattere fiscale: gli immobili non possono esser nascosti al fisco, il denaro invece sì. Lo Stato fatica meno per trovare i soldi che gli servono.

·         Il secondo motivo, di carattere neoliberista: se gli immobili perdono valore potranno essere facile preda della finanza neoliberista che potrà acquistare, a prezzi stracciati, quelli di pregio. Gli altri graveranno sulle spalle dei loro sfortunati proprietari che, pur avendone necessità, non riescono a venderli o a locarli e sono costretti a pagare imposte su beni invendibili. Anche i fondi avvoltoi ora puntano sugli immobili(54).

·         Il terzo motivo, di carattere neoliberista: questo modello economico, con le imposte sugli immobili, si propone di sradicare gli uomini dal loro territorio, non consentendo loro di comprare casa e trasformandoli in merce viaggiante da un territorio a un altro, in cambio di un alloggio e di un salario.

Non stupitevi per questa nostra affermazione; informatevi! Noterete l’ossessiva insistenza con la quale l’UE “ci consiglia” di tassare i patrimoni immobiliari e invece non insiste per la tassazione di quelli finanziari.

 

 

6.17

Occorre mobilitare gli immobili e trasformarli in capitale circolante

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Quindi, proteggere i nostri immobili e favorirne la compravendita è un modo per contrastare la finanziarizzazione dell’economia?

Sì, è così.

Occorre mobilitare gli immobili e trasformarli in capitale circolante .

Proteggere gli immobili dei cittadini e favorirne la compravendita è anche una misura volta a contrastare la finanziarizzazione dell’economia.

 

Volete mobilitare gli immobili?

Sì. Il nostro Progetto prevede di eliminare subito le imposte patrimoniali sugli immobili (IMU e TASI) e subito dopo anche le imposte sui trasferimenti (IVA, registro, ecc.) il cui gettito non è elevatissimo (circa 9 miliardi), che però creano un freno alla circolazione di questa importante ricchezza del Paese.

 

Quando potranno essere eliminate le imposte sui trasferimenti degli immobili?

Le imposte sui trasferimenti potranno essere eliminate anche subito se i lavoratori da assumere saranno meno di 4 milioni e, quindi, si renderanno disponibili ulteriori risorse finanziarie oppure se molti proprietari di immobili decideranno di tenerli a loro disposizione pagando l’imposta patrimoniale. Inoltre, IMU e TASI sono già state abolite sulla prima casa e le somme reperite per coprire il mancato gettito potranno essere destinate, subito, alla riduzione delle imposte sui trasferimenti.

 

Mobilitare gli immobili contribuisce anche a dare solidità al sistema bancario italiano?

Sì, certo. Il sistema bancario va in sofferenza quando gli immobili che ha in garanzia perdono valore.

 

Sarebbe più utile sottoporre a tassazione i patrimoni immobiliari o i patrimoni finanziari?

Sarebbe più utile tassare i patrimoni finanziari o, almeno farlo in modo corrispondente alla diversa funzione che essi svolgono nell’economia. Oggi, invece, la tassazione favorisce chi investe in finanza a danno di chi investe in immobili.

 

Perché oggi chi investe in finanza paga meno tasse di chi investe in immobili?

Per comprendere quanto è grande la differenza di tassazione, spieghiamo anzitutto qual è la differenza fra l’imposta sul patrimonio e quella sul reddito.

 

·         L’imposta sul patrimonio : è quella che si paga comunque su un bene che si possiede, indipendentemente dal fatto che questo produca o no un reddito.

·         L’imposta sul reddito : è quella che si paga solo se il bene che si possiede produce un reddito e solo su tale importo.

 

Entrambe le imposte “privilegiano” i patrimoni finanziari ma, per brevità, qui ci occupiamo solo di quella sul patrimonio, che è quella più iniqua perché deve essere pagata comunque, anche da chi non ha alcun reddito.

Ebbene, l’imposta sui patrimoni immobiliari è oltre cinque volte superiore a quella sui patrimoni finanziari.

 

 

6.18

Oggi l’imposta patrimoniale sugli immobili è oltre cinque volte superiore a quella sui patrimoni finanziari

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Perché dite che l’imposta patrimoniale sugli immobili è oltre cinque volte superiore a quella sui patrimoni finanziari?

Non lo diciamo noi, lo dicono i dati che riportiamo qui di seguito a titolo esemplificativo, ricordando che possono variare di anno in anno).

 

·         Imposta sui patrimoni immobiliari (IMU - TASI): anche oltre 1%

(la TASI, tecnicamente, non è un’imposta patrimoniale, però si paga anche se un immobile non produce alcun reddito; e poiché contano i fatti e non i nomi essa è, in pratica, un’imposta patrimoniale).

·         Imposta sui patrimoni finanziari: (bollo):0,2%.

 

Ma c’è di più. Ricordate la differenza fra un patrimonio immobiliare e un patrimonio finanziario? Ne abbiamo già parlato: il secondo, a differenza di quello immobiliare, non richiede spese di manutenzione (non ha tubi dell’acqua che si guastano o intonaci da rifare) e, quindi, per mantenerlo in vita non si spende nulla. Questa differenza rende ancora più iniqua la minor tassazione di cui godono i patrimoni finanziari.

 

Ma è una difformità enorme, che danneggia chi ha investito in immobili e favorisce chi ha investito in finanza. Non è illogico tutto ciò?

Sì. Questa diversità di tassazione è illogica. I patrimoni immobiliari e i patrimoni finanziari, infatti, svolgono un ruolo diverso nell’economia e pesano in modo differente su chi li possiede.

 

Perché i patrimoni immobiliari e quelli finanziari svolgono un ruolo diverso nell’economia?

La spiegazione è molto più semplice di quanto si pensi.

I pa trimoni immobiliari:

·         Creano sempre lavoro, perché rappresentano per la collettività un capitale “vivo”. Hanno bisogno di riparazioni e di ristrutturazioni e quindi di manodopera, possono esser dati in locazione a chi ne ha bisogno, producono occupazione e rispondono a esigenze sociali.

·         Possono divenire un peso insostenibile per i loro proprietari poiché, anche se non producono reddito, sono soggetti all’imposta patrimoniale. Se chi li possiede non ha un reddito adeguato, non potrà pagare l’imposta e, se non riesce a venderli, rimarrà “schiacciato”.

·         Ma c’è di più. Se il proprietario di un immobile che potrebbe crollare non lo mette in sicurezza perché non ha i soldi per farlo, rischia l’arresto come previsto dal codice penale ( articolo 677 comma 3).

 

I p atrimoni finanziari invece:

·         Non creano sempre lavoro perché, se non vengono immessi nell’economia reale sono, per la collettività, un capitale “morto”; si muovono solo dentro i forzieri della finanza e creano lavoro (lautamente retribuito) solo per chi li gestisce. Sono spesso creati o moltiplicati dal nulla dalle banche e possono persino arrecare danni alla collettività. Ormai sappiamo, infatti, che i patrimoni finanziari spesso si dedicano alla speculazione, causando danni all’economia reale e ai Titoli del Debito Pubblico.

·         Non possono mai divenire un peso insostenibile per i proprietari perché non richiedono spese di manutenzione (non hanno tetti che crollano o facciate da rifare).

·         Se il proprietario non vuole occuparsene,non rischia l’arresto.

 

Perché i patrimoni finanziari, a differenza degli immobili, non possono mai divenire un peso insostenibile per chi li possiede?

Avete un patrimonio finanziario che vi pesa in modo insostenibile?

Datelo a noi. Lo accetteremo volentieri.

Ma se volete darci un immobile invendibile sul quale saremo costretti a pagare IMU e TASI e a ristrutturarlo perché sta crollando, vi diremo: no, grazie. Scherzi a parte, un patrimonio finanziario non potrà mai essere un peso perché, se voi non volete occuparvene, basterà investirlo in Titoli di Stato; nessuno verrà mai a cercarvi per dirvi che si è rotto un tubo dell’acqua o che c’è una facciata da ridipingere.

 

 

6.19

La “schiavitù” civile, fiscale e penale di chi ha un immobile degradato e invendibile

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Ma se ho un immobile che non riesco a vendere, e non sono in grado di pagare le imposte, posso “sbarazzarmene”?

Ottima domanda.

No, non puoi “sbarazzartene”; devi necessariamente trovare qualcuno che voglia acquistarlo o riceverlo in donazione, altrimenti il tuo immobile “ti perseguiterà” per sempre con le responsabilità civili, fiscali e penali a esso connesse .

In passato non era mai successo che un proprietario volesse privarsi di un immobile e, per questo, le nostre leggi non contengono una specifica norma in tal senso. Oggi, purtroppo, avviene. A tal fine il Consiglio nazionale del notariato ha predisposto uno studio per consentire a un proprietario di disfarsi facilmente di un immobile. Ma si tratta di uno studio e non di una legge(35).

 

 

6.20

Il nostro Progetto non prevede di “tartassare” i patrimoni finanziari, ma applica anche a essi l’imposta patrimoniale differenziata in base all’uso (l’imposta che consente di ridurre le imposte)

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Un chiarimento: se io voglio tenere un immobile a mia disposizione per capriccio personale, pagherò un’imposta superiore a quella che pago oggi?

No. Pagherai la stessa imposta che paghi oggi. Sarebbe da folli proporre un aumento dell’imposta patrimoniale che già oggi grava pesantemente su oltre l’80% delle famiglie italiane proprietarie di immobili.

Ma, ripetiamo, se cerchi di vendere o locare il tuo immobile (anche senza riuscire a farlo) non pagherai neanche l’imposta che si paga oggi.

 

Abbiamo capito perché proponete di eliminare le imposte patrimoniali sugli immobili. Ma, diteci: proponete di “tartassare” i patrimoni finanziari?

Assolutamente no. Il nostro Progetto non prevede di “tartassare” i patrimoni finanziari che sono, per i normali cittadini, il legittimo frutto del loro lavoro o di quello dei loro genitori e vanno tutelati, come gli immobili. I patrimoni finanziari, inoltre, quando non sono utilizzati per speculare, sono utili all’economia reale.

Per i patrimoni finanziari abbiamo un’altra idea. Proporremo solo di farli concorrere alla creazione di posti di lavoro e alla riduzione delle imposte

 

·         Applicando anche a essi l’imposta che proponiamo per gli immobili.

·         Senza diminuirne il valore.

·         Senza alcun danno o rischio per chi li possiede.

 

Vedremo come nella prossima Riunione n. 7 - Il Piano Finanziario.

 

 

6.21

Globalizzazione e delocalizzazione stanno distruggendo il lavoro in Italia. Cosa possiamo fare per difenderci, senza violare i Trattati

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Proponete di spendere 36 miliardi annui per dar lavoro a 4 milioni di persone. Ma se con i soldi che diamo ai lavoratori questi comprano prodotti esteri, non abbiamo un danno?

Sì e no.

Ecco perché sì:

 

·         molti dei lavoratori assunti, non resisteranno alla tentazione o alla necessità di comprare prodotti esteri; da questo punto di vista, ovviamente, sarebbe più efficace l’uscita dall’Euro che costringerebbe a preferire i prodotti italiani.

 

Ecco perché no:

 

·         anche l’importazione dall’estero crea lavoro in Italia;

·         i soldi che diamo ai lavoratori (lo vedremo nella prossima Riunione n. 7) s ono in parte sottratti alla finanza internazionale che tiene già i suoi soldi all’estero;

·         opportune campagne informative, già previste nel Testo di Legge, possono scoraggiare le importazioni senza violare i Trattati europei;

·         chi oggi compra prodotti esteri perché sono più economici, sia pur riconoscendone la minor qualità rispetto ai prodotti italiani, se lavorasse e avesse un reddito potrebbe preferire la qualità italiana al bene estero (più economico ma, a volte, più dannoso per la salute);

·         i lavoratori non acquistano solo beni ma anche servizi che, per loro natura, sono resi in loco. Un esempio: se mi serve un avvocato o un artigiano, non vado a cercarlo in Cina. Lo cerco qui.

 

L’Azienda potrebbe avviare, senza violare le norme UE, una campagna volta a far acquistare agli italiani prodotti nazionali e non esteri?

Sì, il nostro Progetto lo prevede. L’Azienda dei Cittadini potrà avviare campagne informative volte a favorire l’acquisto di prodotti italiani, senza violare le norme UE in tema di libera concorrenza. Peraltro, i consumatori hanno il diritto di essere informati sul prezzo effettivo di un prodotto e devono sapere che quello di un prodotto proveniente dall’estero è più alto di quanto effettivamente indicato nello scaffale del negozio.

* Si deve conoscere il “prezzo occulto” dei prodotti esteri e sapere che:

il prezzo di queste merci è più alto di quello che viene poi indicato nello scaffale del negozio. Bisogna spiegarlo ai cittadini.

 

Perché il prezzo di un prodotto estero è più alto di quello che troviamo indicato nello scaffale di un negozio?

Perché se io compro un prodotto estero i miei soldi non restano in Italia ma vanno al Paese straniero; inoltre chi produce il bene da me acquistato paga le imposte e i contributi sul lavoro allo Stato estero e non allo Stato italiano. Quindi quest’ultimo ha un minor gettito fiscale e contributivo.

La conseguenza diretta sarà che lo Stato italiano, per far fronte ai suoi bisogni, dovrà aumentare le imposte e comprimere i diritti (pensioni, sanità ecc.). E chi pagherà tutto questo?

Io, che credevo di aver fatto un affare comprando un prodotto estero.

* Maggiori imposte e compressione dei diritti costituiscono dunque il “prezzo occulto” che si aggiunge a quello ufficiale, aumentandolo all’insaputa del consumatore.

 

Le campagne informative finalizzate a illustrare il “prezzo occulto” dei prodotti esteri violerebbero i principi di libera concorrenza?

No, se queste campagne hanno lo scopo di tutelare i consumatori, perché la loro salvaguardia è uno dei compiti dell’UE, alla stessa stregua della tutela della libera concorrenza.

I consumatori, per difendersi, hanno il diritto di sapere chi e in che misura ha “messo le mani” sul prodotto che acquistano, da dove proviene la materia prima e qual è il suo prezzo effettivo, compreso quello “occulto”.

La libera concorrenza verrebbe preservata perché i consumatori, saranno liberi di acquistare tutti i prodotti che desiderano, senza alcuna restrizione, ma avendo tutte le informazioni necessarie per decidere cosa comprare. Se i compratori non hanno queste indicazioni, la concorrenza non è più libera, ma diventa distorta e, quando si fonda sullo sfruttamento del lavoro (specie se minorile), diventa persino illecita e immorale.

* Si possono legittimamente avviare campagne informative volte a illustrare ai cittadini il “prezzo occulto” dei prodotti esteri e favorire l’acquisto di prodotti italiani, senza violare le norme UE in tema di libera concorrenza. La tutela dei consumatori e quella della libera concorrenza devono avere pari dignità .

 

Molte imprese delocalizzano: l’Azienda dei Cittadini potrebbe espropriare gli stabilimenti dismessi e affidarli ai lavoratori licenziati?

Sì. Le leggi, italiane ed europee, lo consentirebbero.

Alcune aziende chiudono stabilimenti perfettamente efficienti e delocalizzano, ma si rifiutano di vendere gli stabilimenti dismessi ad altre aziende che salverebbero i lavoratori dal licenziamento e, a volte, trasferiscono all’estero anche i macchinari.

Perché si rifiutano di venderli?

Spesso lo fanno perché non vogliono fornire armi ai concorrenti (cioè, strutture pronte all’uso, personale qualificato, clienti affezionati, ecc.).

Ebbene, in questi casi, l’ADECI (azienda privata) potrebbe espropriare gli stabilimenti (senza violare le norme sugli aiuti di Stato) e affidarli in gestione ai lavoratori licenziati. Tutto ciò sarebbe giuridicamente possibile, ma oggi non si può fare per mancanza di “soldi”. Con questa legge i soldi ci sarebbero e, operando nell’ambito di un programma di riforma economico-sociale, le norme europee consentirebbero persino di espropriare a “prezzi stracciati” .

Inoltre, se questa legge fosse in vigore, le aziende, che chiudono in Italia e vanno all’estero, ci penserebbero due volte prima di farlo, sapendo che lo stabilimento continuerà a produrre e a far loro concorrenza, e che i cittadini saranno informati del fatto che i beni prodotti all’estero celano un “prezzo occulto”.

Un esempio: se una società che produce, poniamo, macchine da caffè con il marchio X decide di delocalizzare, i lavoratori licenziati potrebbero continuare a produrre le macchine in Italia con un nuovo marchio Z. Si potrebbero poi informare i consumatori che le macchine con il marchio Z escono dalle stesse mani che producevano le macchine con il marchio X e spiegare che l’azienda X che ha delocalizzato contribuirà a far aumentare le tasse a tutti i cittadini affinché questi ultimi, se vorranno, potranno punirla non acquistando i suoi prodotti.

Bisogna far capire ai consumatori che il marchio “reale” è nelle mani di chi progetta e produce, e che solo il marchio “giuridico” è di proprietà dell’azienda.

 

 

6.22

Si possono fare campagne informative per far conoscere ai consumatori il “prezzo occulto” dei prodotti esteri?

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L’Azienda può lanciare campagne per informare gli acquirenti?

Sì, certo: Chiunque può farlo, (un privato cittadino, un’associazione di produttori italiani, ecc.). L’UE può imporci le etichette sui prodotti, ma non può limitare la libertà di informazione e di stampa.

L’attività che può svolgere l’Azienda dei Cittadini sarà comunque più efficace di quella che può fare qualsiasi altro soggetto per dei semplici motivi, facilmente illustrabili con un esempio.

Se io, privato cittadino, compro una pagina su un giornale per spiegare che l’acquisto di prodotti esteri nuoce a tutti i cittadini e fa aumentare le tasse, l’UE non può certo censurarmi. Io, però, non posso farlo perché non ho i soldi e, peraltro, l’acquisto di una pagina di un giornale non basterebbe a informare tutti i cittadini.

Ma se io sono un’associazione che ha tanti soldi e posso comunicare con i cittadini attraverso l’utilizzo di diversi mezzi di comunicazione, anche gratuitamente con la Pubblicità Progresso, tutto cambia e i risultati arrivano. Il consumatore, inoltre, potrebbe premiare negli acquisti le imprese che indicano nella confezione del prodotto anche ciò che, per legge, non hanno l’obbligo di specificare. L’Azienda dei Cittadini quindi, che è un’associazione e ha tanti soldi, potrebbe avviare massicce campagne informative con beneficio

·         per i consumatori,

·         per i produttori italiani,

·         per gli editori.

 

Delocalizzazione e globalizzazione stanno distruggendo il lavoro nei c.d. Paesi “ricchi”?

Non possiamo affrontare qui questi problemi, la cui soluzione non è in mani italiane (a meno che l’Italia non decida di sciogliersi da tutti gli accordi internazionali denunziando i Trattati).

Questi fenomeni drenano ricchezza da un Paese “ricco” trasferendola in un Paese povero e ciò, a prima vista, può sembrare positivo.

Il problema è che la ricchezza di cui viene privato il Paese “ricco” va solo in piccola parte al Paese povero perché, in gran parte, finisce nelle mani dei proprietari delle multinazionali. Occorre inoltre guardar lontano; sappiate che molte imprese con sede in Cina (dove noi abbiamo delocalizzato) ora delocalizzano in Africa (Report, Rai3). Le multinazionali possono saltellare da un Paese all’altro creando e distruggendo occupazione a loro piacimento, lasciandosi alle spalle stuoli di disoccupati.

Se non si prendono provvedimenti, tutto ciò renderà sempre più insicura e instabile la vita di chi vive di lavoro.

 

La globalizzazione è pericolosa?

Se non viene disciplinata, lo è.

Non si può competere sui prezzi se non c’è omogeneità fra i sistemi giuridici. Esercitiamo la nostra fantasia e immaginiamo questo scenario: se un Paese, in futuro, riuscirà a ridurre i costi del lavoro al limite dello sfruttamento, a produrre tutta l’energia che gli serve e a organizzare la sua produzione in modo da essere competitivo in tutti i settori, cosa succederà? Accadrà che gli altri Paesi acquisteranno solo le sue merci. Ma con quali soldi, visto che non esportano più nulla? Ovviamente, indebitandosi (la finanza è lì, che aspetta).

E come pagherà i debiti il Paese che si è indebitato? Vendendo tutto ciò che possiede. Il Paese esportatore diverrà dunque un “padrone” e causerà una nuova schiavitù o una guerra.

Si dovrebbe convenire, a livello internazionale, l’obbligo per un Paese con un surplus commerciale (3) di comprare i prodotti dei Paesi verso i quali vanta questo surplus, in modo che le Bilance Commerciali e dei Pagamenti siano tutte e sempre in pareggio?

È fantascienza? Chissà! Di certo il futuro ha dimostrato di saper arrivare molto più velocemente di quanto ci si aspetti.

Sulla globalizzazione si impone pertanto una profonda riflessione; noi abbiamo le nostre idee (ispirate anch’esse al principio di equilibrio cui si rifà questo Vademecum) ma non ha alcun senso esporle qui.

Qui dobbiamo occuparci di ciò che l’Italia può fare, da sola e subito , senza attendere la modifica dei Trattati internazionali.

 

Si potrebbe richiedere alle imprese che delocalizzano, se hanno ricevuto soldi dallo Stato, di restituirli?

Sarebbe logico farlo.

 

Perché suggerite di investire in tre settori – come lavoro, valorizzazione degli immobili e opere pubbliche – e non in uno solo, come ad esempio quello delle opere pubbliche?

Per motivi di equilibrio e per esser sicuri che tutti quelli che non trovano lavoro abbiano la certezza di averlo. Con l’investimento esclusivo in opere pubbliche o la sola valorizzazione degli immobili non vi è questa certezza.

 

Ma se si diminuisce l’orario di lavoro, non si crea nuova occupazione?

Certo. Ma oggi non c’è la volontà di farlo.

La riduzione dell’orario di lavoro, in futuro, sarà però inevitabile. Il nostro Progetto, infatti, oltre a mettere al sicuro il Debito Pubblico (lo vedremo nella Riunione n. 7) compie anche un primo passo verso la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro.

 

L’Azienda dovrà avere sedi, dirigenti, strutture informatiche; lo avete previsto?

Certo, ma non siamo scesi nei dettagli, sono aspetti che verranno stabiliti al momento della redazione dello Statuto.

Le sedi periferiche, ad esempio (visto lo stretto rapporto che dovranno avere con il territorio), potrebbero essere insediate negli uffici comunali.

Vi ricordiamo, infine, che la destinazione delle somme non è rigida, ma è “elastica”. Quindi, ferma restando la creazione dei posti di lavoro, gli importi residui potranno essere distribuiti nel modo più opportuno.

 

Il vostro Progetto non rischia di mettere dieci persone a far la stessa cosa, come avveniva in Unione Sovietica o com’è accaduto, a volte, con i lavoratori socialmente utili?

No. Per i seguenti motivi:

·         La gestione dell’ADECI è affidata a dirigenti privati e non allo Stato o alle Regioni; e i privati, se non portano risultati, possono essere cacciati subito.

·         I dipendenti dell’ADECI (lo abbiamo spiegato) possono esser messi gratuitamente a disposizione delle imprese.

·         L’ADECI non si limita a pagare gli stipendi, ma ha le risorse necessarie per dar vita a nuove attività nelle quali impiegare i lavoratori (ad esempio, cura del territorio, ordine pubblico, ricerca, ecc.).

 

L’ADECI potrebbe creare una piattaforma con i profili dei lavoratori per consentire alle imprese di assumerli?

Certo. Ciò faciliterebbe l’incontro fra domanda e offerta di lavoro.

 

Noi cittadini abbiamo strumenti per convincere la politica ad approvare questo Progetto?

Sì, li avete e, se saprete utilizzarli, risulteranno infallibili.

Ne parleremo nella Riunione n. 9.

 

 

6.23

I punti salienti

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creare lavoro direttamente e subito

 

 

a.      Il nostro Progetto non può risolvere definitivamente il problema della disoccupazione (che dovrà affrontare le sfide della globalizzazione e l’avvento delle nuove tecnologie), però consente di gettare le basi per affrontare questi cambiamenti e di dare, subito, un lavoro a tutti.

 

b.     Creare lavoro non è importante solo per i disoccupati, ma anche per tutti i cittadini: per le persone e per il Sistema Paese.

 

c.      L’Azienda dei Cittadini (ADECI) sarà un “datore di lavoro di ultima istanza”, darà sicurezza e serenità a tutti gli italiani e getterà nello stagno dell’economia un “macigno” di circa 76 miliardi di euro annui.

 

d.     Dopo aver pagato gli stipendi a 4 milioni di lavoratori, l’Azienda dei Cittadini avrà ancora a disposizione circa 40 miliardi annui da destinare alla riduzione delle imposte e agli investimenti.

 

e.      L’Azienda dei Cittadini sarà una novità assoluta: avrà tutti gli aspetti positivi degli ammortizzatori sociali, del reddito minimo garantito, degli enti di formazione e dell’impresa sociale e non ne avrà gli aspetti negativi. Sarà quindi un Paracadute e un Trampolino di lancio.

 

f.       L’ADECI n on dipenderà dalla politica, ma da tutti i cittadini che ne eleggeranno e revocheranno i vertici in base ai risultati raggiunti. Potrà svolgere molte funzioni, l’unico limite sarà la capacità di pensare a quali sono i bisogni dei cittadini e del Paese. Avrà inoltre una funzione di sussidiarietà e potrà intervenire dove altri non vogliono o non possono farlo.

 

g.      L’Azienda dei Cittadini dà un Lavoro Minimo Garantito per sopravvivere e lascia mezza giornata libera che i lavoratori potranno impiegare per altre attività: studiare, creare un’impresa, dedicarsi alla famiglia, ecc .

 

h.     I lavoratori assunti dall’Azienda dei Cittadini , se non riescono a trovare un posto migliore, non saranno in povertà. Potranno anche far programmi per un futuro, certo modesto, ma comunque dignitoso. Il loro reddito potrà aumentare (se trovano un altro lavoro) ma mai diminuire.

 

i.       Il sistema pensionistico sarà “distrutto” dall’avanzare delle nuove tecnologie che creeranno milioni di disoccupati. Andrà quindi ripensato anche tutto l’assetto del sistema pensionistico che, in futuro, non potrà reggersi sull’attuale sistema contributivo. Bisogna cominciare a pensare ad altro.

 

j.       Detassare il costo del lavoro è utile, ma in questo momento è più utile creare occupazione per rilanciare i consumi. Il nostro Progetto consente comunque di ridurre subito il cuneo fiscale.

 

creare ulteriore lavoro (e ricchezza) utilizzando gli  immobili

 

 

k.     L’imposta patrimoniale differenziata in base all’uso: un modello innovativo di imposta patrimoniale volontaria che consente di ridurre le imposte e potrà essere pagata solo da chi vorrà farlo.

 

l.       Il principio al quale si ispira l’imposta patrimoniale differenziata in base all’uso è il seguente: non si deve tassare un bene in sé, ma si deve tassare in base all’uso che, liberamente, decide di farne il suo proprietario.

 

m.    L’eliminazione delle imposte su tutti gli immobili non è una misura per favorire i “ricchi”, bensì un intervento volto al rilancio dell’economia, alla valorizzazione del patrimonio italiano e a rendere più affidabile il nostro Debito (Pubblico e privato).

 

n.     A causa della perdita di valore degli immobili, la ricchezza dell’Italia è diminuita di 1.700 miliardi di euro rendendo il Paese più fragile (34) . Si è anche scardinata una cultura secolare italiana che garantiva sicurezza a chi comprava un immobile e favoriva la crescita del PIL.

 

o.      Occorre mobilitare gli immobili e trasformarli in capitale circolante, perché proteggere le proprietà dei cittadini e favorirne la compravendita è anche un modo per contrastare la finanziarizzazione dell’economia.

 

p.     Oggi, l’imposta sugli immobili è oltre cinque volte superiore a quella sui patrimoni finanziari.

 

q.      I patrimoni immobiliari e quelli finanziari svolgono un ruolo diverso nell’economia e pesano in modo diverso su chi li possiede.

 

r.      Il nostro Progetto non prevede di “tartassare” i patrimoni finanziari perché, per i normali cittadini, sono frutto del loro lavoro o di quello dei loro genitori e vanno tutelati come gli immobili.

 

s.      Il prezzo dei prodotti esteri è diverso e più alto di quello indicato negli scaffali dei negozi, perché include elementi che vanno a incidere in modo sconosciuto sullo stesso. Questi fattori sono quelli che definiamo “prezzo occulto” dei prodotti esteri.

 

t.       Si possono avviare campagne informative per illustrare ai cittadini il “prezzo occulto” dei prodotti esteri e favorire così l’acquisto di prodotti italiani, senza violare le norme UE in tema di libera concorrenza.

 

 

 

Fine della Riunione n. 6

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